Il Consiglio di giustizia amministrativa siciliano ha dato ragione al docente: "Il divieto di accedere all'incarico vale solo per i parenti"
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Nel 2010 la legge Gelmini aveva deciso che le regole anti-favoratismi si applicano solo per le assunzioni dei parenti. Per questo Enrico Napoli, docente dell'Università di Palermo, ha potuto vincere la cattedra ordinaria di ingegneria in un concorso in cui, in quanto membro del Consiglio amministrativo dell'ateneo in questione, aveva stabilito i criteri di ammissione. All'incarico, secondo il Consiglio di giustizia amministrativa siciliano, non può accedere nessun parente fino al quarto grado, una restrizione che quindi non interesserebbe il professor Napoli.
La vicenda era iniziata poco dopo che Enrico Napoli aveva prima partecipato alla stesura del bando per l'assegnazione di un posto da professore di prima fascia e poi si era candidato a partecipare al concorso a cui quello stesso bando si riferiva. Immediata la reazione del rettore dell'ateneo palermitano, Fabrizio Micari, che era intervenuto sospendendo il docente dal concorso.
Un impedimento che però non aveva fermato il professore. Napoli, infatti, si era rivolto per ben due volte al Tar, fino a che, lo scorso 8 giugno, il Consiglio di giustizia della Sicilia si è espresso positivamente sulla possibilità di partecipazione all'agognato concorso.
La spiegazione data è che la cosiddetta norma anti-parentopoli non vale per il "parente zero", ovvero il diretto interessato al posto. Così Enrico Napoli in pratica ha potuto assumere se stesso come professore ordinario presso il dipartimento di ingegneria civile dell'Università di Palermo. Il tutto sotto una copertura normativa.