L’inviata di "È sempre Cartabianca" raccoglie i punti di vista degli abitanti della zona
"Combatteremo fino in fondo, con tutti i mezzi a disposizione". L'inviata di "È sempre Cartabianca" è andata nelle zone limitrofe al prossimo ponte sullo Stretto, per raccogliere lo sfogo di alcuni degli abitanti a cui verranno abbattute le case per la costruzione del viadotto.
La prima a parlare è una pensionata di origini calabresi, che vive nel messinese da quasi 50 anni: "L'idea che ci sia qualcuno che decide per me non l'accetto. La Sicilia, poi, è nata isola e isola deve restare".
"Ci ritroveremo senza una casa, pieni di debiti e senza neppure sapere dove andare a stare", le fa eco una compaesana, che, 15 anni fa, ha costruito la propria abitazione in una riserva naturale. "Negli anni, sono riuscita ad avere una concessione edilizia, che, data la situazione particolare, è stata sottoposta a vincoli precisi. Per il ponte, evidentemente, questi vincoli non ci sono più e questa non è più una riserva naturale".
"Sono preoccupata, oltre che arrabbiata", aggiunge una terza donna, che dieci anni fa è riuscita a coronare il suo sogno di bambina e acquistare una casa singola, in cui coltiva pomodori, melanzane, fave e basilico. "Temo fortemente che inizieranno i lavori e non li finiranno, come spesso accade qui in zona".