COLPO FINITO NEL SANGUE

Rapina in villa nel Catanese, proprietario tenta di reagire: ucciso a bastonate

La vittima, Alfio Longo, 67 anni, è stato colpito in testa con un bastone dai due banditi che nella notte hanno fatto irruzione nella sua abitazione

27 Ago 2015 - 21:23
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E' finita in tragedia una rapina a Biancavilla, nel Catanese. Un uomo di 67 anni è stato ucciso la scorsa notte da due banditi che, a volto coperto, hanno fatto irruzione nella sua villa. Al suo tentativo di ribellione il proprietario è stato colpito alla testa con un bastone. Illesa la moglie che è riuscita a dare l'allarme dopo essersi liberata.

Rapina in villa nel Catanese, proprietario tenta di reagire: ucciso a bastonate

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La vittima, l'elettricista in pensione Alfio Longo, si trovava a letto con la moglie quando i due malviventi, pare italiani, hanno fatto irruzione. Dopo averli svegliati, li hanno minacciati per avere soldi e oggetti preziosi. Il bottino dell'assalto, infine, è stato di poche centinaia di euro. Marito e moglie sarebbero quindi stati separati e legati in due stanze diverse. Quando la donna è riuscita a liberarsi ha trovato il corpo del marito senza vita.

L'uomo ha urlato: "Andate via, vi ho riconosciuti" - "Vi ho riconosciuti, vi conviene andare via: vi ho riconosciuti..." è la minaccia lanciata da Alfio Longo ai due rapinatori. Lo ha detto la moglie della vittima ai carabinieri che stanno verificando se davvero conoscesse gli aggressori o se fosse stata una minaccia per farli desistere e convincerli ad andare via.

Il racconto del vicino - "E' stata una scena orribile, la moglie ha chiesto aiuto e noi siamo entrati nella villetta e abbiamo visto il corpo sul letto". Questo il racconto di Giuseppe Amato, uno dei tre vicini che poco prima delle 5 di è entrato nella villetta di Alfio Longo allertato dalle urla della moglie della vittima, Enza Ingrassia. "Lei piangeva - aggiunge - e parlava di una rapina. Abbiamo chiamato il 112 e non abbiamo toccato nulla".

Il lutto di amici e parenti - Increduli e affranti, alcuni parenti e amici delle vittime sono seduti in segno di lutto vicino al cancello di ingresso della villa. Parlano tra loro ma non con i cronisti. "Non è il momento delle parole, ma della sofferenza", dice uno di loro chiedendo ai giornalisti di non insistere con le domande.

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