La Procura aveva chiesto una condanna a 9 anni di carcere per avere dato input al "dialogo" tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra
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Confermando la sentenza di primo grado, la Corte d'Appello di Palermo ha assolto l'ex ministro Dc Calogero Mannino dall'accusa di minaccia a Corpo politico dello Stato. Era imputato nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. L'accusa ne aveva chiesto la condanna a 9 anni. L'assoluzione in primo grado era arrivata, dopo oltre un anno dall'inizio del processo, il 4 novembre del 2015.
Mannino era accusato di avere dato input ai contatti tra i carabinieri del Ros e Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose. Per l'accusa, temendo per la propria vita dopo la decisione del boss Totò Riina di vendicarsi dei politici che non avevano mantenuto le promesse fatte, sarebbe stato il "motore" della cosiddetta trattativa Stato-mafia.
"Oggi parlano la sentenza che conferma l'assoluzione e le assoluzioni in tutti gli altri processi in cui sono stato trascinato in questi anni", ha commentato l'ex ministro siciliano che non era presente alla lettura del dispositivo.
Mannino aveva scelto di essere processato in abbreviato. La sua posizione era stata separata da quella dei coimputati, gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, l'ex senatore di Fi Marcello Dell'Utri, i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà e Massimo Ciancimino. Tutti condannati a pene pesantissime dalla Corte d'Assise di Palermo, sono attualmente sotto processo in appello.