In studio a "Quarto Grado" Calogero Salamone: "Avevamo una piccola speranza di riportare a casa l'unica rimasta della nostra famiglia"
Per la strage di Altavilla non si dà pace Calogero Salamone, fratello di Antonella la donna uccisa insieme ai figli Kevin ed Emanuel dal marito Giovanni Barreca. "Se l'avessi intuito mi sarei precipitato", ospite in studio a "Quarto Grado" l'uomo ha commentato l'arresto oltre che di Barreca e dei coniugi palermitani Sabrina Fina e Massimo Carandente, anche della nipote 17enne. La Procura dei minori ha iscritto tra gli indagati l'unica sopravvissuta alla mattanza: la giovane avrebbe partecipato ai riti di purificazione che hanno portato alle torture e in seguito agli omicidi. "Io e i miei genitori siamo devastati", dice Calogero Salamone. "Stamattina avevamo una piccola speranza di riportare a casa l'unica rimasta della nostra famiglia, per noi è un secondo colpo", aggiunge.
"Antonella chiedeva: secondo te ho i demoni?" - In merito ai riti di purificazione che si consumavano nella villetta dei Barreca, Calogero Salamone dice di non aver mai sospettato nulla anche se nell'ultimo periodo Antonella aveva accennato telefonicamente alla cognata Lucia, moglie di Calogero, dell'esistenza dei coniugi Carandente. "Quando mia sorella ha iniziato a parlare con mia moglie di questa coppia la conoscenza era già in fase avanzata", afferma. Poi Salamone racconta che la sorella aveva dei dubbi e domandava alla moglie se pensava "che avesse i demoni". "Mia moglie le ripeteva che era quella coppia a essere sbagliata, non lei", dice l'uomo aggiungendo che Barreca, spinto dalla coppia di amici, addossava ad Antonella una serie di colpe "come la macchine che si rompevano".
Una fiaccolata in ricordo delle vittime - Nella serata di venerdì centinaia di persone ad Altavilla Milicia hanno partecipato a una fiaccolata tra le vie del centro per omaggiare le vittime: Antonella e i suoi figli di 16 e 5 anni. In mattinata nella conferenza stampa il procuratore di Termini Imerese aveva detto che in tanti, anche in paese, hanno collaborato per cercare di ricostruire l'orrore che si è consumato tra le mura dell'abitazione. Infine il Procuratore Ambrogio Cartosio ha rivolto un appello ai giovani a denunciare: "Il silenzio è una condanna a morte".
"Partecipazione corale alle torture" - Sembra dunque, secondo quanto spiega il procuratore Ambrogio Cartosio nella conferenza stampa, che "la partecipazione alle torture sia stata corale". "Confermo - dice Cartosio - che il piccolo di 5 anni è stato torturato prima di essere ucciso".
Giovanni Barreca e il "delirio mistico" - Il procuratore descrive poi quella che è stata una "terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una religiosità fanatica. Che pesa molto sui figli. La famiglia vive con disagio". Per la strage in carcere, oltre al padre e marito delle vittime, Giovanni Barreca, c'è una coppia di suoi amici di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente.