Giovanni di Giacinto a "Mattino Cinque News": "Tentavano di aiutarsi"
L'uno avrebbe tentato di salvare l'altro, sono morti così i cinque operai di Casteldaccia (Palermo) mentre stavano eseguendo alcuni lavori all'interno di una vasca di sollevamento delle acque reflue. Un sesto operaio è stato trasportato all'ospedale in gravi condizioni ed è stato intubato. "Purtroppo sono morti come topi", così Giovanni di Giacinto, il sindaco di Casteldaccia, a "Mattino Cinque News": "Tentavano l'uno di aiutare l'altro, ma purtroppo non ci sono riusciti".
"Un'ulteriore tragedia dal punto di vista lavorativo - continua il sindaco - non è giusto che persone che la mattina escono per un pezzo di pane non facciano più ritorno a casa dalle famiglie". Secondo la ricostruzione non vedendo risalire i primi tre operai, altri due sono scesi attraverso il pozzetto per capire cosa fosse successo. L'allarme è stato dato dal settimo componente della squadra che, insospettito, ha chiesto aiuto. "È sceso il primo e si è sentito male ha chiesto aiuto, è sceso il secondo si è sentito male è così via. Uno alla volta sono scesi e purtroppo hanno visto la morte. Il settimo, fortunatamente capendo cosa stava succedendo, è scappato a chiamare aiuto. Probabilmente non hanno avuto il tempo di rendersi conto", conclude Di Giacinto.
Le cinque vittime della strage sono Epifanio Alsazia, 70 anni; Giuseppe Miraglia, 47 anni; Roberto Raneri, 51 anni; Ignazio Giordano, 59 anni, e Giuseppe La Barbera, 28 anni. Epifanio Alsazia, di Partinico, era contitolare della ditta Quadrifoglio group srl, che aveva vinto l'appalto dell'Amap per i lavori di manutenzione della vasca fognaria della zona orientale di Casteldaccia. Ignazio Giordano, anche lui residente a Partinico, era dipendente della Quadrifoglio come Giuseppe Miraglia, residente a San Cipirello (Palermo). Sempre con la Quadrifoglio lavorava Roberto Raneri, residente ad Alcamo (Trapani). Giuseppe La Barbera, invece, era un lavoratore interinale dell'Amap.