Le immagini dei sette indagati circolano su tutte le piattaforme social. La polizia postale: Stiamo monitorando tutto"
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Lo stupro al Foro italico di Palermo irrompe sui social network. Le foto dei profili Facebook dei giovani finiti nell'inchiesta sono state postate su TikTok, Twitter e Instagram, dove vengono condivise con migliaia di visualizzazioni. Sotto le immagini è pieno di commenti di odio su ogni piattaforma. Creati anche su TikTok finti profili dei ragazzi arrestati, come quello del minorenne scarcerato e affidato a una comunità, che inneggia alla libertà ritrovata.
Tra i profili fake degli indagati, ce n'è anche uno creato su TikTok a nome del giovane che era minorenne al momento dello stupro. In risposta a una persona che aveva scritto: "Lo hanno già scarcerato e condotto in comunità, anche se è diventato maggiorenne. Ha confessato e anche se dal video sembra tra i più violenti. L'Italia", il profilo fake ha scritto: "Il carcere è di passaggio, si ritorna più forti di prima". Tra i finti messaggi ce ne sono alcuni come: "C'è qualche ragazza che vuole uscire con me" e "ricevo tanti messaggi privati di ragazze".
I video su TikTok - Nella pagina fake sono stati anche pubblicati sei video. "Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici"; "Con che coraggio la gente insulta gli innocenti"; sono alcune delle frasi pubblicate nei filmati comparsi sul social. Non è chiaro chi stia pubblicando i contenuti. Nell'altro profilo TikTok dell'indagato appaiono, infatti, gli stessi video ma senza le scritte.
Polizia postale: "Spuntati anche profili fake" - Sono state numerose le segnalazioni arrivate alla polizia postale dopo la "nascita" su TikTok e altri social di profili che difendono uno degli indagati dello stupro di Palermo. "Non solo TikTok - hanno spiegato dalla polizia postale - anche su altri social sono spuntati questi profili e stiamo monitorando tutto". In assenza di una violazione della policy del social "è difficile che vengano rimossi" contenuti e profili. Molte pagine, però sono dei fake, altri, come quello di cui sono arrivate numerose segnalazioni, sono state aperte dopo l'arresto degli indagati, riprendendo video e contenuti dai loro account.
La Rete viene monitorata 24 ore al giorno e quando la postale trova "spunti di indagine" fa partire la richiesta di "congelamento" di profili e immagini con la sospensione poi degli account. La situazione diventa più spinosa quando si tratta di Telegram, dove ci sono canali nei quali sono circolate richieste delle immagini dello stupro di gruppo di Palermo.