Subito dopo essere stato catturato dai carabinieri, Ram Lubhaya era stato messo in libertà dal sostituto procuratore. La decisione ha provocato numerose polemiche
Dopo le "verifiche preliminari" sul caso di Ram Lubhaya, l'indiano indagato per tentato rapimento di una bimba a Ragusa, il ministro della Giustizia Andrea Orlando avvia una procedura di "accertamento" per ricostruire i fatti "tramite le forme previste dalla legge". Una decisione presa per due finalità, spiega, e cioè "per valutare se c'è stata correttezza da parte della magistratura ed evitare processi paralleli o processi al processo".
"Credo che sia interesse di tutti che la ricostruzione dei fatti avvenga tramite le forme previste dalla legge". Lubhaya, l'indiano di 43 anni, è indagato a piede libero con l'accusa di aver tentato di rapire una bimba di 5 anni.
Domenica il ministro Orlando aveva deciso di avviare "verifiche preliminari" sulla vicenda attraverso l'Ispettorato del ministero. "Su Ragusa - ha continuato - non ho molto da aggiungere, rispetto all'atto che è già stato compiuto". "E' importante invece - ha concluso il Guardasigilli - che tutto segua le regole e anche la valutazione degli atti sia fatta non in modo emozionale e intuitivo, ma sia fatta sulla base dei fatti che il ministero sta raccogliendo".
Indiano destinatario di decreto espulsione - Ram Lubhay è destinatario di un decreto di espulsione dall'Italia emesso dal questore di Ragusa. Il provvedimento scade lunedì 22. L'indiano aveva già un precedente decreto di espulsione per i suoi precedenti penali: furto di rame e traffico di droga. Non avendo ottemperato al decreto, il 16 agosto, giorno del tentato sequestro, gli è stato reiterato il provvedimento. Secondo fonti investigative non è stato possibile finora assicurare un posto in un CIE all'uomo, che è senza fissa dimora, e che entro dovrebbe lasciare l'Italia nonostante sia accusato di tentato sequestro di persona e sottrazione di minore.