Il direttore sanitario: "Attiveremo convenzione con i privati"
L'unico medico che praticava gli aborti all'ospedale Sant'Antonio Abate è andato in pensione e i sei medici rimanenti in servizio nella stessa struttura di Trapani sono obiettori di coscienza. Per il momento quindi nel capoluogo siciliano non è possibile interrompere la gravidanza dopo i novanta giorni. Lanciano l'allarme i sindacati Cgil e Uil che in un documento scrivono: "Non viene più garantito a Trapani il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza".
Le rappresentanti delle due sigle sindacali hanno quindi chiesto un incontro al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale Fabrizio De Nicola per affrontare la situazione e potenziare i consultori. Intanto il direttore sanitario del Sant'Antonio Abate rassicura: "Il personale può scegliere sempre secondo coscienza, ma attiveremo una convenzione con strutture private".