Le pene sono comprese fra gli 8 e i 28 anni di carcere. Assolto l'ex ministro democristiano Nicola Mancino
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La Corte d'Assise di Palermo ha condannato gli ex vertici del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, l'ex senatore Marcello Dell'Utri, Massimo Ciancimino e i boss Leoluca Bagarella e Antonio Cinà nell'ambito del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Le pene sono comprese tra gli 8 e i 28 anni di carcere. Assolto invece dall'accusa di falsa testimonianza l'ex ministro democristiano Nicola Mancino.
Nel dettaglio, sono stati condannati a dodici anni gli ex generali Mori e Subranni e l'ex senatore Dell'Utri. Otto anni invece per l'ex colonnello Giuseppe De Donno e il supertestimone Ciancimino. Quest'ultimo è stato condannato per calunnia nei confronti dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, mentre è stato assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Al boss Bagarella sono stati inflitti 28 anni. E' scattata invece la prescrizione per il pentito Giovanni Brusca.
La sentenza è arrivata dopo cinque anni e oltre 200 udienze, in cui sono stati ascoltati centinaia di testimoni. Secondo l'accusa, gli imputati avrebbero dato vita a un confronto, una trattativa appunto, tra Cosa nostra e parti delle istituzioni. Una strategia atta a porre fine agli attentati e le stragi del biennio 1992-94 e a cedere alle richieste da parte della criminalità organizzata.
Pm: "Sentenza importante, dedicata a Borsellino" - Una sentenza importante "anche per recidere una volta per tutte i rapporti che la mafia ha sempre avuto con le istituzioni", è stato il primo commento del pm Nino Di Matteo dopo la sentenza. "Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia".
Difesa Mori: "Sentenza che lascia sbigottiti, ricorreremo" - "E' una sentenza che lascia sbigottiti, una sentenza dura che non sta né in cielo né in terra", ha affermato Basilio Milio, legale di Mori e Subranni, condannati a dodici anni per minaccia a corpo politico dello Stato. "Lo dico non come cittadino o avvocato, ma perché ci sono quattro sentenze che hanno escluso trattative di sorta e che hanno assolto gli imputati. Aspettiamo di leggere le motivazioni. C'è comunque un barlume di contentezza, perché so che la verità è dalla nostra parte. Possiamo sperare che dopo cinque anni, in appello vi sarà finalmente un giudizio. Questo è stato un pregiudizio. Non sono stati ammessi 200 documenti alla difesa e venti testimoni".
Mancino: "Finita la mia sofferenza" - "Sono sollevato, è finita la mia soffrenza anche se sono sempre stato convinto che a Palermo ci fosse un giudice. La sentenza è la conferma che sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo che tale è stato ed è tuttora", ha commentato Mancino.
Legale Dell'Utri: "Grande delusione, non ce lo aspettavamo" - "Oggi registriamo una grande delusione. Non ce lo aspettavamo, alla luce degli atti del dibattimento. Le nostre memorie sono a disposizione, sono memorie documentate, con testimonianze. E leggendo queste memorie si può ricostrurie una verità diversa", ha dichiarato l'avvocato difensore di Dell'Utri, Pino Di Peri. "Il presidente della Corte d'Assise Alfredo Montalto è di grande esperienza, e che abbia subito pressioni dal sistema mediatico mi sembra difficile. Certamente questa sentenza di condanna era attesa da coloro che si erano costutiti parti civili, ma a me sembra assolutamente inaccettabile".
Forza Italia: le parole Di Matteo saranno oggetto di querela - "Forza Italia respinge con sdegno ogni tentativo di accostare, contro la logica e l'evidenza, il nome del Presidente Berlusconi alla vicenda della trattativa stato-mafia". E' quanto si legge in una nota di Forza Italia che replica alle affermazioni del pm Nino Di Matteo il quale aveva definito "Dell'Utri la cinghia di trasmissione tra le richieste di cosa nostra e l'allora governo Berlusconi che si era da poco insediato". "Il fatto che uno dei Pubblici Ministeri coinvolti nel processo - non a caso assiduo partecipante alle iniziative del Movimento Cinque Stelle - si permetta di commentare la sentenza adombrando responsabilità del Presidente Berlusconi è di una gravità senza precedenti e sarà oggetto dei necessari passi in ogni sede" si legge ancora.
"Ogni atto politico e di governo del Presidente Berlusconi, di Forza Italia nel suo complesso, e di ogni suo singolo esponente è sempre andato nel senso di un contrasto fortissimo alla criminalità mafiosa, sia sul piano dell'incremento delle pene, e dell'individuazione di nuovi strumenti giuridici per una più efficace azione antimafia, sia anche per quanto riguarda l'azione delle forze dell'ordine sotto i nostri governi noi confronti dei responsabili di reati di mafia" dice la nota.
Berlusconi: "Assurdo accostare mio nome a trattativa Stato-mafia" - "E' assurdo e ridicolo il tentativo di accostare il mio nome alla trattativa Stato-mafia". Lo afferma Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Corte di Assise di Palermo che ha condannato a pene comprese tra 8 e 28 anni gli ex vertici del Ros (Mori, Subranni e De Donno), Dell'Utri, Massimo Ciancimino e i boss Bagarella e Cinà. "Non abbiamo mai ricevuto nessuna minaccia dalla mafia", sottolinea il leader di Forza Italia.
Ghedini: sentenza sconnessa dalla realtà - "La sentenza pronunciata dal Tribunale di Palermo appare del tutto sconnessa dalla realtà". Lo dice il parlamentare di Fi e legale di Silvio Berlusconi Nicolò Ghedini sottolineando che il governo presieduto nel 1994 dal Cavaliere, "ancorché assai breve, è stato connotato da un netto, preciso e continuo contrasto del fenomeno mafioso, così come quelli successivi". "Sono certo - aggiunge Ghedini - che in sede di appello questa ipotesi accusatoria sarà del tutto posta nel nulla e sarà riconosciuta l'innocenza di Marcello Dell'Utri". Ghedini attacca poi il pm Di Matteo "che - dice - evidentemente aspira a ruoli diversi da quelli ricoperti in magistratura. Farebbe bene a decidere se è d'accordo con la sentenza di condanna o se vuole invece continuare ad aggredire mediaticamente il Presidente Berlusconi".
Di Maio: "Oggi muore definitivamente seconda Repubblica" - "La trattativa Stato-mafia c'è stata. Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità". Lo scrive Luigi Di Maio su Twitter.