La città siciliana rende omaggio al prefetto barbaramento ucciso con la moglie e l'agente Domenico Russo. Il capo del Quirinale: "Il suo sacrificio un lascito fondamentale per il nostro Paese"
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A 39 anni dall'attentato nel quale persero la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, da poco prefetto di Palermo, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di polizia Domenico Russo, nel capoluogo siciliano si è tenuta una cerimonia di commemorazione. Sul luogo dell'eccidio, in via Carini, sono state deposte corone di alloro. Tra i presenti, il sottosegretario Nicola Molteni, il comandante generale dei carabinieri e il sindaco di Palermo.
Il "commosso omaggio" di Mattarella - "A 39 anni dal tragico agguato del 3 settembre 1982 a Palermo, rendo commosso omaggio al ricordo del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, della signora Emanuela Setti Carraro e dell'agente Domenico Russo, vittime della ferocia mafiosa - dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando la strage messa a segno da Cosa Nostra -. La loro barbara uccisione rappresentò uno dei momenti più gravi dell'attacco della criminalità organizzata alle istituzioni e agli uomini che le impersonavano ma, allo stesso tempo, finì per accentuare ancor di più un solco incolmabile tra la città ferita e quella mafia che continuava a volerne determinare i destini con l'intimidazione e la morte".
La reazione della comunità nazionale alla barbara uccisione - "A quell'odiosa sfida la comunità nazionale nel suo complesso, pur se colpita e scossa, seppe reagire facendosi forte della stessa determinata e lucida energia di cui Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva già dato esempio, durante il suo brillante percorso nell'Arma dei carabinieri, nell'impegno contro organizzazioni criminali e terroristiche", riprende il Capo dello Stato.
"Con lui un salto di qualità nella lotta alla mafia" - "Pur nella brevità dell'incarico svolto a Palermo, il sacrificio del prefetto dalla Chiesa e il suo lascito ideale contribuirono a orientare molte delle scelte che, negli anni successivi, hanno consentito un salto di qualità nell'azione di contrasto ai fenomeni di infiltrazione mafiosa nell'economia e nella Pubblica amministrazione - aggiunge ancora Mattarella -. Norme e poteri di coordinamento più incisivi diedero nuovo vigore alle strategie di contrasto alla criminalità organizzata e rafforzarono la fiducia degli apparati pubblici che la combattevano; mentre, nella società civile, cresceva un sentimento di cittadinanza attiva, portatore di una cultura dei diritti contrapposta alle logiche dell'appartenenza e del privilegio. Nel ricordo di quell'estremo sacrificio, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di partecipazione miei e dell'intero Paese".