All'ex sindaco di Monreale Salvatore Caputo e al fratello Mario vengono contestati dodici episodi di compravendita di preferenze in cambio di promesse di posti di lavoro
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L'ex sindaco di Monreale, Salvatore Caputo detto Salvino, del movimento "Noi con Salvini" alle elezioni amministrative in Sicilia della scorsa primavera, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di voto di scambio. Analogo provvedimento per il fratello Mario, candidato alle ultime elezioni all'Assemblea regionale sempre con il Carroccio. Ai due si contestano dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro.
L'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata emessa dal gip di Termini Imerese su richiesta della Procura. I carabinieri hanno arrestato anche Benito Vercio, di 62 anni, indicato dagli investigatori come "procacciatore di voti nel termitano". Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe accertato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati insieme ad altri indagati.
Salvino Caputo, avvocato e dirigente della Lega arrestato insieme al fratello Mario con l'accusa di voto di scambio, è un politico di lungo corso. Per due volte sindaco di Monreale, è stato per quattro legislature deputato regionale eletto con An e Forza Italia prima e con il Pdl poi. In primavera è approdato alla Lega con la nomina a commissario straordinario del movimento Noi con Salvini per i comuni della provincia di Palermo. Caputo è stato il primo politico siciliano colpito dalla legge Severino. Nel giugno del 2013 era infatti decaduto da parlamentare regionale in seguito a una condanna definitiva a un anno e cinque mesi per tentato abuso d'ufficio. Da sindaco di Monreale, infatti, avrebbe tentato di cancellare alcune multe che i vigili urbani avevano contestato all'allora arcivescovo Salvatore Cassisa e ad alcuni suoi ex assessori. Inutile il ricorso in tribunale con il quale Caputo aveva cercato di rimanere all'Assemblea regionale siciliana contestando l'illegittima retroattività della norma.
Giorgetti (Lega): "Amareggiato, forse errori nelle scelte" - "Sono deluso e amareggiato, la magistratura faccia il suo lavoro, ma sono errori di cui far tesoro per non ripeterli in futuro". E' il commento di Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, dopo l'arresto dei due esponenti del Carroccio in Sicilia. Secondo Giorgetti "se ci sono delle colpe si condanni pesantemente, ma non credo che in Sicilia siano gli unici sospettati per questo reato". Alla domanda se la Lega abbia imbarcato al Sud troppi esponenti della vecchia politica locale, il capogruppo risponde "è possibile che in alcune zone sia stato commesso qualche errore, in un percorso di crescita in zone problematiche". "Ma - aggiunge - la Lega che compra voti in Sicilia mi sembra una ricostruzione fantasiosa".