DECRETO DEL GOVERNO

Sicurezza, Minniti: ok a daspo urbano, via da città chi è pericoloso

Il ministro dell'Interno annuncia il decreto: in caso di violazione di alcune regole, le autorità possono proporre il divieto di frequentare quel territorio. Nuove norme del governo sui migranti

10 Feb 2017 - 19:42

"Nè nuovi reati nè aggravanti di pena ma misure come la possibilità di applicare in modo più ampio quello che si applica nello sport: davanti a reiterate violenze c'è il daspo, di fronte a reiterati elementi di violazione di alcune regole sul controllo del territorio le autorità possono proporre il divieto di frequentare il territorio in cui sono state violate le regole". Lo annuncia il ministro Marco Minniti illustrando il decreto sicurezza.

Più poteri ai sindaci - Come ha spiegato lo stesso Minniti al termine del Consiglio dei ministri, nel decreto sulla sicurezza urbana c'è una "norma che prevede la pulizia ed il ripristino per violazioni al decoro urbano. Il giudice, cioè, se qualcuno sporca, può condannarlo a ripristinare quello che ha sporcato: è una sfida di civiltà" ha detto. La sicurezza urbana, secondo Minniti, va intesa come un grande bene pubblico: "La vivibilità, il decoro urbano e il contrasto alle illegalità sono elementi che riguardano il bene pubblico. Il decreto prevede il rafforzamento dei poteri di ordinanza dei sindaci, avranno potere autonomi e la possibilità di patti tra territori e ministero degli Interni che prima non avevano una cornice legislativa". 

Il nuovo decreto "è stato ampiamente discusso, meditato, voluto" dall'Anci e dalla conferenza delle Regioni con l'idea di "un grande patto strategico di alleanza tra stato e poteri locali".

Migranti, "non c'è emergenza sicurezza" - Nel corso della conferenza stampa, Minniti ha affrontato anche la questione migranti: "Non c'è un'emergenza sicurezza, il modello funziona, ma oltre al modello di sicurezza nazionale servono politiche più attente di controllo da Bolzano ad Agrigento. Serve un patto tra lo Stato e i territori". Il ministro ha parlato della necessità di ridurre i tempi di concessione dell'asilo (i tempi medi attualmente sono di due anni) e per fare questo "verrà soppresso un grado di giudizio" nell'iter dei ricorsi: si andrà direttamente in Cassazione e "in 14 tribunali ci saranno delle sezioni specializzate, giudici che in modo esclusivo abbiano il compito di applicare la legge".

Immigrati, le nuove norme del governo - Il governo, tramite un Decreto legge, ha varato nuove norme per regolamentare la presenza dei migranti in Italia. Il provvedimento comprende, tra l'altro, la nascita di nuove strutture, i Centri permanenti per i rimpatri, che ospiteranno quanti dovranno essere rimandati nei loro paesi di origine perché non hanno diritto all'asilo. Il provvedimento prevede anche la possibilità si svolgere lavori socialmente utili per quanti sono in attesa di vedere riconosciuta la richiesta di asilo.

"Stiamo lavorando per interventi di cooperazione perché lo sviluppo in Africa è fondamentale. Vogliamo intervenire sui flussi che si svolgono in gran parte fuori dai confini nazionali" ha spiegato Minniti ricordando gli accordi già stipulati con Tunisia, Niger e Libia "luogo di transito del 90% dei flussi". 

I lavori socialmente utili dei migranti - Prevista nel decreto anche la possibilità da parte dei Comuni di "procedere all'utilizzazione volontaria e gratuita per lavori pubblica utilità per colmare il vuoto di attesa del richiedente e di rendere un servizio alla collettività".

Infine, i rimpatri: "Non c'è politica di accoglienza vera se non c'è una politica di rimpatri perché chi non ha avuto risposta positiva alla propria domanda deve essere rimpatriato nel paese di provenienza" ha spiegato Minniti, aggiungendo che i Centri di permanenza per i rimpatri saranno "di piccole dimensioni, 1.600 persone su tutto il territorio nazionale, uno per ogni regione, fuori dai centri urbani e vicini a infrastrutture di trasporti. Saranno molto diversi dai Cie dove c'erano violzioni dei dititti conclamati. Per questo nei Centri ci sarà il potere di inchiesta da parte del Garante dei diritti delle persone private delle libertà personali".

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