De Pascale: "Urgente pianificare un tavolo tra governo e Regione per definire la situazione delle imprese"
Continua a essere drammatica la situazione in Emilia-Romagna e in particolare nella provincia di Ravenna, dove sono salite a quasi 28mila le persone costrette a lasciare le proprie case. Si sta tentando una operazione mai fatta prima: invertire il corso del Cer, il grande Canale Emiliano Romagnolo, per deviare l’acqua verso il Po e l'Adriatico.
Per portare via l’acqua dal Ravennate insomma, si sta trasformando il Cer in un grande canale di scolo, per far fluire l'acqua non dal Po verso le campagne ma da queste verso il fiume e poi il mare. Alcune zone della città però, sono ancora pesantemente allagate, ricorda il sindaco, Michele De Pascale che lancia un appello: "Chiediamo al governo di portare nel territorio tutti gli impianti idrovori disponibili in Italia, se necessario chiedendo aiuto agli altri paesi europei. Non lo sto chiedendo solo per Ravenna ma per tutti i territori colpiti".
"Con l'alert della Regione, siamo riusciti ad evacuare quasi 30mila persone che hanno abbandonato le loro case per mettersi in salvo verso le zone meno colpite. In alcuni casi siamo riusciti ad evitare che l'acqua arrivasse in alcune zone e molti cittadini sono potuti rientrare nelle loro case. Attualmente siamo sotto i 10 mila sofollati" spiega De Pascale. "Nella prima fase siamo stati quasi graziati, ma nella seconda siamo stati più colpiti. Il rischio era che l'acqua arrivasse fino al centro di Ravenna e grazie alle idrovore siamo riusciti a scongiurarlo". Riguardo alle zone geografiche più colpite: "L'area a sud, a ridosso dei fiumi è ormai libera. La situazione più difficile resta però in tutta la parte a nord e nord ovest". Salva anche la parte costiera del Comune di Ravenna "La stagione estiva non sarà a rischio" dice De Pascale "Lo dico perché il turismo è fondamentale per l'economia della nostra regione".
Michele De Pascale parla anche di ricostruzione, ma prima, dice "Serve pianificare urgentemente un tavolo tra Governo e Regione. Ce lo chiedono i comuni per sapere al più presto quando e in che modo le imprese verranno indennizzate e soprattutto per evitare che tutto questo possa succedere di nuovo. Sarebbe irresponsabile ricostruire senza proteggerci e prevenire nuovi danni".