Si tratta di Raffaella Brogi, 54 anni, magistrato: "Sono contentissima, ma la battaglia sarà vinta quando porterò mio figlio a casa"
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Da anni Raffaella Brogi, 54 anni, single, magistrato, si batte per avere in adozione un bimbo straniero e non si è arresa neanche dopo il primo stop della Corte costituzionale. Così, per la seconda volta in pochi anni, il caso dell'aspirante mamma single fiorentina è finito sotto la lente dei giudici costituzionali che ora le hanno dato ragione. È stato il Tribunale per i minorenni di Firenze a sollevare a luglio scorso, nuovamente, davanti alla Corte costituzionale la questione delle adozioni internazionali da parte di persone single. E la Consulta ha dichiarato illegittima la norma che non li includeva fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all'estero.
La questione era stata già proposta, sempre su iniziativa della stessa ricorrente, dal tribunale per i minori di Firenze nel 2019 ma due anni più tardi era stata ritenuta inammissibile dalla Consulta. La sentenza di inammissibilità non crea un giudicato costituzionale e per questo, l'avvocato che nel frattempo subentrato al precedente difensore ha sollevato una nuova questione di legittimità costituzionale di fronte allo stesso giudice e nel medesimo procedimento. Il Tribunale per i minorenni di Firenze, a seguito della riassunzione del giudizio, ha così deciso la scorsa estate di sottoporre alla Corte le nuove questioni di legittimità e ora è arrivata la pronuncia.
Con questa sentenza la Corte costituzionale apre le porte alle adozioni di minori all'estero da parte dei single, dichiarando "costituzionalmente illegittimo" l'articolo 29-bis, comma 1, della legge 184 del 1983. "È un passo avanti di civiltà in assoluto e bisogna dare atto alla sensibilità della Consulta" ha commentato a caldo l'avvocato Romano Vaccarella che assiste la professionista fiorentina. "La questione non è chiusa qui - aggiunge l'avvocato Vaccarella - qualche ulteriore passo avanti spero si possa fare per quanto concerne l'adozione dei single".
"Io sono contentissima. Ma il mio primo pensiero va a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene. La promessa che mi faccio ogni giorno è di essere la mamma di uno di quei bambini e non l'ho ancora potuta mantenere. La mia battaglia sarà davvero vinta quando riuscirò a portare mia figlio o mia figlia a casa", ha detto Brogi commentando la sentenza. "L'adozione - ha aggiunto - è la mia scelta. Ho preso in considerazione la fecondazione assistita, ma sento che c'è un bambino o una bambina che mi sta aspettando. E che se avessi scelto un altro percorso avrei abbandonato due volte mio figlio e mia figlia".