Il capo della Protezione civile ha spiegato che nelle zone del terremoto ci sono ancora 2,3 milioni di tonnellate di macerie in strada
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Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha annunciato che "entro la fine dell'anno, salvo imprevisti" sarà consegnato "l'80% delle casette" nella aree del Centro Italia colpite dal terremoto nel 2016. Borrelli ha spiegato che nelle zone del sisma ci sono ancora 2,3 milioni di tonnellate di macerie in strada.
Ritardi amministrativi stimabili in circa 2 mesi e mezzo - "Sono attualmente circa 1100 le casette disponibili, domani altre 100 saranno consegnate a Pieve Torina. La nostra proiezione prevede che tra novembre e dicembre saranno oltre 3.000, pari ad oltre l'80 per cento di quelle richieste", ha spiegato Borrelli, aggiungendo che ritardi ci sono stati (stimabili in circa due mesi, due mesi e mezzo) dovuti soprattutto alla fase progettuale in capo alle amministrazioni locali e alle questioni relative all' urbanizzazione. Il capo della Protezione civile comunque sottolinea che non sia normale "che dopo oltre un anno le case che hanno riportato solo lievi danni in seguito al terremoto e che sono dunque state classificate come 'B' non siano state riparate e che, anzi, non siano nemmeno cominciati i lavori". Il capo del Dipartimento della Protezione civile ha quindi ribadito che "le case 'B' devono essere messe a posto subito". Oltre a ripopolare i centri abitati, infatti, si "ridurrebbero i costi che lo Stato sostiene per l'autonoma sistemazione" dei nuclei familiari.
Sciame sismico e macerie - "Non dobbiamo dimenticare", però, "che lo sciame sismico nel Centro Italia è ancora in corso. Dal 26 agosto ad oggi ci sono state ben 80mila scosse". Ritornando alle macerie presenti ancora nelle strade, ha osservato: "Tutte le regioni hanno completato la rimozione delle macerie sulle aree pubbliche, adesso il problema è quello delle aree private - ha spiegato - Sono convinto che si dovrà fare velocemente, si farà velocemente, con l'impianto normativo che si sta immaginando con la semplificazione del processo della ricostruzione".
Regioni inadempienti sull'allertamento - "Abbiamo chiesto ad Anci e Regioni con una raccomandazione nel febbraio 2016 l'omogeneizzazione del sistema di allertamento meteo: il codice a colori (giallo, arancione e rosso) e la risposta operativa di protezione civile corrispondente. Per quanto riguarda il primo, 12 Regioni hanno recepito il codice mentre per la risposta si sono adeguate soltanto in 7", ha continuato.
Comuni devono aggiornare i piani di protezione civile - "E' necessario che i Comuni aggiornino i piani di protezione civile e quelli che non li hanno ancora (sono il 14% del totale) devono dotarsi di questi strumenti fondamentali", ha evidenziato. "E' paradossale - ha detto - che i cittadini non sappiano i livelli di rischio presenti sul territorio dove vivono e anche chi deve poi intervenire in caso di emergenza si trova poi in difficoltà".
Regioni devono investire nella prevenzione - " Bisogna investire di più in prevenzione", altrimenti sarà difficile contrastare fenomeni che sono sempre più violenti a causa dei cambiamenti climatici. E' infine l'appello di Borrelli dopo una lunga stagione di incendi che ha provocato milioni di euro di danni e distrutto migliaia di ettari di territorio. "Con i cambiamenti climatici - sottolinea Borrelli - andremo sempre più verso estati siccitose. E dunque è necessario che si investa sempre più in prevenzione". Le Regioni, in particolare, devono fare di più, anche perché per legge spetta a loro l'attività di spegnimento degli incendi. "E' necessario - dice Borrelli - che tutte si dotino della flotta aerea, che si faccia un monitoraggio costante del territorio e una serie di attività preventive, come ad esempio la realizzazione delle fasce tagliafuoco".