Papa Francesco, la traslazione della bara in San Pietro
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La Difesa contribuirà al piano sicurezza, pronti anche i caccia che garantiranno la sicurezza nei cieli in tutta la Regine
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Per garantire la massima sicurezza durante i funerali di Papa Francesco, a cui parteciperanno delegazioni e rappresentanti da ogni angolo del mondo, anche il Ministero della Difesa scende in campo con un imponente dispositivo di protezione. Secondo fonti qualificate, le forze armate – coordinate dal Comando operativo di vertice interforze (COVI) – metteranno in atto misure straordinarie: oltre ai sofisticati sistemi anti-drone, capaci di rilevare, disturbare e neutralizzare eventuali minacce aeree, sarà operativo un cacciatorpediniere posizionato al largo di Fiumicino. In volo, gli Eurofighter sorveglieranno lo spazio aereo dell’intera regione, pronti a intervenire in caso di necessità.
Ma il supporto della Difesa non si ferma qui. Verranno messi a disposizione anche alcuni alloggi militari, situati tra Centocelle e Cecchignola, destinati a ospitare i giovani partecipanti al Giubileo degli Adolescenti, in programma dal 25 al 27 aprile, sempre nella Capitale.
La morte di Papa Francesco ha trasformato la Capitale italiana nel centro del globo, i leader di tutto il mondo arriveranno per i funerali. L’allerta terrorismo resta alta, e le misure di sicurezza attorno a piazza San Pietro si fanno sempre più sofisticate. Tra le tecnologie più all’avanguardia impiegate per proteggere l’area spiccano i cosiddetti bazooka anti-drone. Non si tratta di armi belliche nel senso tradizionale, ma di strumenti elettronici avanzati progettati per intercettare e disattivare droni non autorizzati. In caso di intrusione, questi dispositivi – simili a piccoli cannoni – interrompono il collegamento radio tra il drone e il suo operatore, costringendo il velivolo a un atterraggio sicuro e controllato. Una risorsa preziosa, soprattutto in contesti ad alta affluenza o in presenza di figure istituzionali, dove anche un piccolo sorvolo può trasformarsi in una potenziale minaccia.
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Il cosiddetto bazooka anti-drone, noto tecnicamente come sistema di dissuasione elettromagnetica portatile, unisce tecnologia avanzata e praticità d’uso in un dispositivo sorprendentemente compatto. Simile nelle dimensioni a un lanciagranate, questo strumento emette impulsi elettromagnetici ad alta intensità sulle stesse frequenze utilizzate dai droni per comunicare con i telecomandi a distanza. Il risultato? Il drone perde il contatto con il pilota e attiva automaticamente la modalità d’emergenza, atterrando in sicurezza oppure tornando al punto da cui è decollato. Completamente non letale, questo sistema rappresenta una risposta efficace e tecnologicamente evoluta alle crescenti minacce che arrivano dal cielo.
I tetti che circondano piazza San Pietro saranno presidiati da tiratori scelti, pronti a entrare in azione in caso di minacce concrete. Ma il dispositivo di sicurezza non si ferma all’intervento umano: la Questura ha infatti messo in campo una sofisticata sorveglianza tridimensionale. Grazie all’uso di immagini digitali in alta definizione, ogni angolo della città sarà monitorato in tempo reale, anche oltre ostacoli e barriere architettoniche. Le riprese vengono trasmesse a un centro di controllo remoto, dove gli operatori possono tenere sotto osservazione le aree sensibili con una visuale completa a 360 gradi, aumentando così l’efficacia e la tempestività degli interventi.
Il dispositivo di sicurezza coinvolge ogni angolo della Capitale: le forze dell’ordine presidiano le stazioni della metropolitana, i principali accessi al Vaticano e perfino il fiume Tevere, pattugliato dalla Polizia fluviale. La no fly zone è già stata attivata, mentre artificieri, unità cinofile e squadre specializzate Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radiologico) sono operative 24 ore su 24. Ogni varco d’ingresso a piazza San Pietro sarà attentamente controllato con metal detector, mentre le aree dove alloggiano le delegazioni straniere – come il quartiere Parioli – saranno sorvegliate in modo costante e capillare.