Smog, il blocco delle auto inquinanti in Lombardia
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Sono in vigore le misure antismog di primo livello, come il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti durante il giorno
In quasi tutta la Lombardia lo smog non cala: la concentrazione di polveri sottili resta oltre i limiti consentiti. In 9 province, Milano compresa, sono in vigore le misure antismog di primo livello come il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti durante il giorno. Il dato registrato nelle centraline di Milano e provincia per il pm10 (il cui limite è 50 microgrammi per metro cubo) va da un minimo di 73 a un massimo di 122, a Monza e Brianza arriva a 111, a Como 78, a Lecco 100, a Varese 94. Ma è allarme anche in Emilia, dove sono stati registrati livelli di particolato pm10 ben oltre i limiti.
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"Nei prossimi giorni chiederemo che venga convocata la cabina di regia sulla qualità dell'aria nel bacino Padano per calibrare le azioni condivise". Lo ha fatto sapere l'assessore all'Ambiente della Regione Lombardia, Giorgio Maione, sottolineando che con "Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna lavoriamo di sistema sulle azioni territoriali da mettere in atto". "Le questioni ambientali - ha sottolineato l'assessore - non conoscono i confini geografici delle Regioni ed è necessario proseguire con politiche comuni".
Anche in Emilia schizzano gli indicatori di smog: sono stati registrati livelli di particolato pm10 (che comprende anche polveri pm2.5) oltre il doppio della soglia giornaliera indicata per legge (di 50 microgrammi per metro cubo). Per dieci giorni su 14 questo limite è stato di gran lunga superato nel Piacentino, con un picco di 119 (lunedì), e nel Modenese, con un massimo di 111 (sabato). I 119 microgrammi di Piacenza sono il valore più alto registrato da inizio anno in Regione. Modena invece è già a 29 sforamenti giornalieri del limite, molto vicina alla soglia dei 35 sforamenti annui indicati dall'Ue.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia come soglia per la protezione della salute umana un valore medio annuo pari a 20 µg/metro cubo per il Pm10 e a 10 µg/metro cubo per il Pm2.5. Queste polveri sottili sono costituite da una miscela di carbonio, fibre, metalli (ferro, rame, piombo, nichel, cadmio), nitrati, solfati, composti organici (idrocarburi, acidi organici), materiale inerte (frammenti di suolo, spore, pollini) e particelle liquide. Tra le cause di emissione attribuibili all’attività dell'uomo vi sono alcune attivati industriali (fonderie, cementifici, cantieri edili, miniere), i processi di combustioni relative a centrali termoelettriche, gli inceneritori, il riscaldamento e il traffico autoveicolare (in particolare i motori diesel).
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Nelle aree urbane, il particolato può avere origine anche dall'usura dell'asfalto, dei pneumatici, dei freni, delle frizioni. Vari studi epidemiologici sugli effetti dell'inquinamento atmosferico da particelle, hanno evidenziato associazioni tra le concentrazioni in massa del Pm10 e un incremento sia di mortalità che di ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie nella popolazione generale. I soggetti ritenuti maggiormente esposti a tali effetti sono in particolare, gli anziani, i bambini, le persone con malattie cardiopolmonari croniche e affette da influenza o asma.