Massimo D'Anzuoni sarebbe stato l'obiettivo finale di Claudio Giardiello, l'autore delle strage al tribunale di Milano, se i carabinieri non l'avessero bloccato per tempo
© ansa
"Il mio avvocato non mi aveva avvisato dell'udienza. La mia presenza era inutile". E' questo dettaglio che probabilmente ha salvato la vita di Massimo D'Anzuoni. Quest'ultimo sarebbe stato l'obiettivo finale di Claudio Giardiello, l'autore delle strage al tribunale di Milano, se i carabinieri non l'avessero bloccato per tempo a Vimercate.
D'Anzuoni, condannato a tre anni nel 2013, doveva infatti essere in tribunale per testimoniare. Nato a Senago (Milano), 51 anni, di professione geometra e titolare di varie società immobiliari (molte delle quali in fallimento) con sede a Milano, era stato arrestato nel maggio del 2013 e nell'ottobre dello stesso anno aveva patteggiato in tribunale a Milano.
Assieme a lui erano state arrestate altre sette persone, tra cui imprenditori e membri della Giunta municipale di Trezzano Sul Naviglio (Milano), oltre al comandante della polizia locale della cittadina milanese: l'accusa per tutti era quella di un presunto giro di tangenti in particolare per la realizzazione di un'area commerciale inserita nel Piano di governo del territorio. Inizialmente in carcere, a D'Anzuoni erano poi stati concessi i domiciliari.
Il 51enne non si era presentato in udienza in tribunale per il fallimento della società che lo vedeva socio assieme a Giardiello, e dunque quest'ultimo avrebbe deciso di raggiungerlo a casa, a Carvico appunto, ma è stato fermato dai carabinieri prima di arrivare nella Bergamasca.