La Mobile ha scoperto confezioni contenenti benzodiazepine nell'abitazione della vittima e dell'ex compagno Favero. Decisivi ora gli accertamenti sull'uomo, arrestato per omicidio volontario
Giada Zanola e Andrea Favero © Ansa
Proseguono le indagini sul caso di Giada Zanola, la 34enne precipitata dal cavalcavia sull'autostrada A4 vicino a Padova. Gli investigatori della Squadra Mobile di Padova hanno ritrovato confezioni di sonnifero nella casa della donna a Vigonza, dove viveva con Andrea Favero, l'ormai ex compagno 38enne. Ora accusato di averla uccisa. Gli elementi chimici rintracciati nell'abitazione sono i medesimi riscontrati nell'autopsia della donna: si tratterebbe di benzodiazepine.
I prossimi esami dovranno essere eseguiti sull'uomo. Il sonnifero veniva, infatti, acquistato da Favero con regolarità in farmacia, prescritto tramite ricetta medica. Nel caso in cui gli esami dovessero risultare negativi si farebbe largo l'ipotesi di premeditazione. L'aggravante appesentirebbe la posizione di Favero, attualmente detenuto nel carcere di Padova.
Le benzodiazepine sono considerate psicofarmaci e impediscono a chi le assume di intendere. Tutto questo lascia presagire che Giada Zanola fosse ancora viva quando è stata lanciata dal cavalcavia sull'A4. Le ipotesi avvalorano anche quanto raccontato dalla donna prima di morire ad alcuni amici, a cui aveva confidato di sentirsi spesso stanca e spossata. Queste dichiarazioni delle persone vicine a Giada potrebbero essere decisive per il processo, anche se ora rimangono solo supposizioni in attesa dei risultati delle analisi su Favero.