LO SFOGO SUI SOCIAL

La sorella di Giulia Cecchettin: "Non mi sto zitta" | Botta e risposta con Salvini

Lo sfogo di Elena sui social: basta alla violenza di genere. Poi l'accusa al ministro dei Trasporti che replica

19 Nov 2023 - 16:48
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Si sfoga sui social Elena Cecchettin, la sorella maggiore di Giulia Cecchettin (ecco gli aggiornamenti sul caso), la giovane uccisa a pochi giorni della laurea dall'ex fidanzato Filippo Turetta, arrestato in Germania. "Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere". E' il messaggio che Elena affida a Instagram. La ragazza riprende altre "storie" dedicate alla violenza di genere, contro la "cultura dello stupro" che alimenta e protegge i violenti, e ripubblica la citazione dell'attivista peruviana Cristina Torres Cáceres: "Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima". Poi l'accusa a Matteo Salvini che aveva messo in dubbio la colpevolezza di Turetta: "E' violenza di Stato". Lui replica e chiarisce: "Nessun buonismo, colpevolezza è evidente".

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La rabbia di Elena sui social

 In un'altra "storia", Elena Cecchettin rilancia un post dell'account nojusticenopeace--italy in cui è scritto: "C'è bisogno di capire che i 'mostri' non nascono dall'oggi al domani. C'è una cultura che li protegge e alimenta".

L'accusa a Salvini

 La sorella di Giulia Cecchettin se la prende poi anche con Matteo Salvini, che riferendosi all'arresto di Filippo Turetta in Germania aveva scritto: "Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita". "Ministro dei Trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta perché bianco, perché 'di buona famiglia'. Anche questa è violenza, violenza di Stato", scrive Elena Cecchettin su Instagram.

La replica del ministro: nessun buonismo

  Dopo le polemiche Matteo Salvini torna sul caso e ribadisce: "Per gli assassini carcere a vita, con lavoro obbligatorio. Per stupratori e pedofili - di qualunque nazionalità colore della pelle e stato sociale - castrazione chimica e galera. Questo propone la Lega da sempre, speriamo ci sostengano e ci seguano finalmente anche altri". "Ovviamente, come prevede la Costituzione, dopo una condanna stabilita in Tribunale augurandoci tempi rapidi e nessun buonismo, anche se la colpevolezza di Filippo pare evidente a me e a tutti", conclude il ministro.

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