Il 9 maggio l'udienza

Sparatoria di Macerata, ragazza ferita chiederà 750mila euro di risarcimento

Jennifer, 25 anni di origine nigeriana, era stata colpita a una spalla da Luca Traini. Il legale dell'uomo punta a provare la seminfermità

07 Mag 2018 - 18:09
 © ansa

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Era rimasta ferita a una spalla durante la folle rappresaglia di Luca Traini, il 3 febbraio scorso a Macerata. Così, Jennifer, 25enne nigeriana, chiederà un risarcimento di 750mila euro all'uomo, accusato di strage aggravata dall'odio razziale, sei tentati omicidi e porto abusivo d'arma. Aveva aperto il fuoco nella città marchigiana per "vendicarsi" della morte di Pamela Mastropietro, per la quale sono accusati quattro nigeriani.

Il risarcimento Jennifer era stata raggiunta da un proiettile alla spalla sinistra. Il colpo era stato sparato dalla Glock calibro 9 di Luca Traini, che a bordo della sua auto aveva aperto il fuoco per le strade di Macerata e aveva ferito sei persone, tutte di origini africane. La 25enne nigeriana quel giorno si trovava davanti alla stazione ferroviaria e non è riuscita a sottrarsi alla folle sparatoria. Chiederà così un risarcimento di 750mila euro a Traini, che siederà al banco degli imputati a partire dal 9 maggio. Anche il Comune si costituirà probabilmente parte civile. Le accuse sono pesantissime: strage aggravata dall'odio razziale, sei tentati omicidi, porto abusivo d'arma e altri reati tra cui il danneggiamento.

La sua "vendetta" Il 28enne Traini, che al momento è detenuto nel carcere di Ancona, voleva "vendicarsi" per la morte di Pamela Mastropietro, la ragazza fatta a pezzi e ritrovata in due trolley, lungo una strada in provincia di Macerata. Per il massacro sono accusati quattro nigeriani e tre di loro si trovano agli arresti. Traini non conosceva la ragazza uccisa, ma aveva deciso di voler attuare la propria rappresaglia dopo aver sentito la notizia alla radio. Il suo legale, l'avvocato Giancarlo Giulianelli, giocherà la carta della seminfermità: il suo assistito sarebbe affetto da un disturbo bipolare che ne avrebbe compromesso la capacità di intendere e di volere. Dal canto suo, Traini, che in più occasioni ha manifestato simpatie fasciste e leghiste, non si era pentito. Si era solo detto dispiaciuto per aver colpito una donna.

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