Tre le vittime

Sparatoria a Monreale, il 19enne fermato prima confessa ma poi non risponde al pm: è caccia ai quattro complici

Le dichiarazioni di Salvatore Calvaruso allo stato non sono dunque utilizzabili

28 Apr 2025 - 10:57
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© Tgcom24  | Le tre vittime della sparatoria
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Prima ha confessato con dichiarazioni spontanee, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere Salvatore Calvaruso, il 19enne fermato nella notte che sabato avrebbe partecipato alla sparatora a Monreale che ha provocato la morte di tre giovani e il ferimento di altri due. Il ragazzo ha ammesso i fatti in un primo momento, ma davanti al pm, successivamente, si è rifiutato di rispondere. Le sue dichiarazioni, dunque, allo stato non sono utilizzabili. Nel frattempo, è caccia ai quattro complici.

Le vittime della sparatoria

 Sabato sera, davanti a una pizzeria in pieno centro, nei pressi di piazza Vittorio Emanuele, "due delle vittime - il 23enne Salvatore Turdo e il cugino 26enne Andrea Miceli - avevano rimproverato alcuni ragazzotti che scorrazzavano nel cuore della movida" per il loro modo di guidare il motorino, si legge su La Repubblica - E per tutta risposta, i ragazzi li hanno aggrediti a colpi di caschi". Poco dopo dal gruppo dei palermitani sarebbero stati sparati oltre 20 colpi. Nella sparatoria è rimasto ucciso anche il 26enne Massimo Pirozzo "che si trovava a passeggio in via Benedetto D'Acquisto, la strada della movida di Monreale, di fronte al duomo normanno".

I feriti hanno 33 anni e 16 anni e non sono in pericolo di vita. "Il primo, Nicolò Cangemi, era seduto a un tavolino con la fidanzata: quando ha visto sparare ha provato a disarmare uno degli aggressori, ma non c'è riuscito, ed è stato ferito da un colpo di pistola alla gamba. Il sedicenne è salvo per miracolo: è stato colpito da un proiettile alla nuca, ma si è fermato a tre millimetri dalla corteccia cerebrale", scrive ancora il quotidiano. "Tutte le vittime di questa storia sono persone perbene - ha detto il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono - siamo dinnanzi a una tragedia senza precedenti".

Il 19enne incastrato da testimoni e video

 A incastrare il 19enne - proveniente dal quartiere Zen di Palermo, con piccoli precedenti penali - sono stati i video delle telecamere di sorveglianza della zona della sparatoria e le dichiarazioni di una serie di testimoni. Sul luogo della rissa che ha preceduto gli omicidi sono poi stati trovati gli occhiali che il giovane, rendendo dichiarazioni spontanee, aveva detto di aver perso. Inoltre un amico del ragazzo, sentito dai magistrati, ha sostenuto di aver prestato il motorino all'indagato la notte della sparatoria e che poche ore dopo Calvaruso gli avrebbe chiesto di denunciare il furto del mezzo perché aveva "combinato un macello sparando e uccidendo due persone" (Miceli è morto in ospedale, ndr). Il testimone ha descritto l'abbigliamento dell'amico che corrispondeva a quello che l'indagato aveva detto di indossare. L'indagato, inoltre, è stato riconosciuto da testimoni in foto.

Pm: "Le vittime potevano essere di più"

 La Procura di Palermo contesta a Calvaruso il reato di strage. "Sparando molteplici colpi (sulla base dei rilievi della polizia giudiziaria sono stati rinvenuti più di 20 bossoli), ad altezza d'uomo - si legge nel provvedimento di fermo emesso dalla Procura - (alcuni proiettili hanno colpito delle fioriere alte circa un metro, un altro ha infranto il parabrezza anteriore di un'auto parcheggiata sulla strada) in un tratto di strada molto affollato". Secondo quanto riferito dai testimoni, nella strada della sparatoria erano presenti tra le 50 e le 100 persone. Circostanza che "ha indubbiamente messo a repentaglio l'incolumità pubblica", scrive la Procura nel fermo. "È stato infatti solo un caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo cinque, di cui tre mortalmente, e non si siano invece prodotte più vittime", conclude il provvedimento.

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