La strage del rapido 904: il ricordo a trent'anni dalla tragedia
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L'attentato del 23 dicembre 1984 causò 17 morti e 267 feriti tra i passeggeri diretti da Napoli a Milano. La causa fu l'esplosione di un ordigno radiocomandato
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Il 23 dicembre 1984 diciassette passeggeri del treno diretto da Napoli a Milano persero la vita in quella che viene ricordata come la Strage del rapido 904. La causa della tragedia fu l'esplosione violentissima di una carica di esplosivo radiocomandata, collocata sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella. L'attentato è stato indicato come l'inizio dell'epoca della guerra di mafia dei primi Anni Novanta.
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Il rapido 904 era pieno di passeggeri che ritornavano a casa o si recavano in visita a parenti per le festività. Erano da poco passate le 19, e il convoglio correva per i 18 chilometri della Grande Galleria dell'Appennino tosco-emiliano a San Benedetto Val di Sambro. Quasi a metà del tunnel, il treno fu sorpreso da un'esplosione violentissima, dovuta alla detonazione di un ordigno radiocomandato collocato a bordo durante la sosta nella stazione di Firenze Santa Maria Novella. Venne attivato il freno di emergenza, e il treno si fermò a circa 8 chilometri dall'ingresso nella galleria. Il controllore Gian Claudio Bianconcini, al suo ultimo viaggio in servizio, chiamò i soccorsi da un telefono presente in galleria e, sebbene ferito, sopravvisse all'esplosione. Il bilancio dell'attentato fu di diciassette morti - quindici sul colpo e due per le ferite riportate - e di 267 feriti.
Avvenuto a poco più di dieci anni dall'altra tristemente celebre strage dell'Italicus, l'atto terroristico colpì una delle tratte ferroviarie più trafficate dell'epoca proprio a ridosso delle vacanze natalizie. Negli italiani era ancora vivo il ricordo degli Anni di Piombo e dello stragismo politico che colpì per ultima la stazione di Bologna, il 2 agosto 1980.