Pasquale e Graziella, entrambi vedovi, abitavano in via Porro, sotto il viadotto Morandi
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Anche dalle situazioni più tragiche, a volte, può scaturire qualcosa di buono. È il caso di Pasquale e Graziella, ottantasei anni lui, ottantatré lei, entrambi vedovi. Abitavano in via Porro, sotto il ponte Morandi. Ora sono sfollati, i rispettivi alloggi verranno abbattuti, ma tra loro è sbocciato un amore. Un amore nato dalle macerie del ponte Morandi. "Lei ha bisogno di me e io di lei - spiega Pasquale - Vivere tutto ciò assieme è fondamentale".
Il farsi forza a vicenda li aiuta a elaborare questa enorme tragedia, anche se lo shock vissuto non si dimentica facilmente: "Quello che è accaduto mi ha buttata giù, fino a un mese fa ero un fiore -. racconta Graziella - Ero felice e contenta nella mia casa, non mi mancava nulla. Quando ci hanno detto: 'Uscite, uscite, crolla il ponte', siamo scappati e non abbiamo fatto neanche in tempo a prendere qualcosa dalle nostre abitazioni".
Pasquale e Graziella, ora, hanno chiesto un appartamento da poter condividere e che "abbia almeno lo spazio per mettere una parte della roba che ho io e una parte della roba che ha lei”, aggiunge l’uomo. Tra l’altro, ironia della sorte, l’ottantaseienne, è stato tra coloro che hanno contribuito a costruire il ponte Morandi. E, ai tempi, ne andava particolarmente fiero: "Era un piccolo capolavoro di architettura", conclude.