"Quarto Grado Files" ripercorre la vicenda del serial killer che ha ucciso 16 persone
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Prosegue la rassegna dei più importanti fatti di cronaca riassunti da "Quarto Grado Files", la video-rubrica legata al programma televisivo condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Questa puntata è dedicata a un caso che ha scosso l’Italia intera: gli omicidi del mostro di Firenze.
Tra il 1968 e il 1985, un serial killer ha ucciso 16 persone. L’assassino - o gli assassini - è stato poi ribattezzato "il mostro di Firenze", perché tutti i delitti si sono consumati in provincia del capoluogo toscano.
La notte del 21 agosto 1968, gli amanti Antonio Lo Bianco e Barbara Locci sono stati assassinati mentre erano appartati in macchina. Sei anni dopo, il 14 settembre 1974, è stata la volta dei due fidanzati Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini.
Qualche anno dopo (tra il 1981 e il 1982), il mostro ha colpito ancora, uccidendo altre tre coppie nella medesima situazione. Nel settembre 1983, stessa sorte per due ragazzi tedeschi, Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rusch, forse scambiati per una coppia. Il 29 luglio 1984, il settimo omicidio, quello di Claudio Stefanacci e Pia Rontini, uccisi a bordo di un’auto parcheggiata in una stradina. L’ultimo delitto è stato quello di due giovani francesi, Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, accampati in una tenda.
Due gli elementi che accomunavano le uccisioni: l’arma (una Beretta calibro 22) e il fatto che le vittime fossero tutte coppie appartate. Ma chi si nascondeva davvero dietro il mostro di Firenze? Varie le indagini svolte negli anni per individuarlo e molteplici le piste seguite. Nel 1993, Pietro Pacciani, contadino, è stato arrestato per l’omicidio delle otto coppie e, un anno dopo, condannato per sette degli otto delitti. L’uomo è stato poi assolto in appello nel '96. La confessione di Giancarlo Lotti - un amico di Pacciani che sosteneva di aver partecipato a quattro degli omicidi insieme a lui e a Mario Vanni, un loro conoscente - ha poi però cambiato le carte in gioco.
Pacciani è morto d’infarto prima di poter affrontare il nuovo processo. Lotti invece è stato condannato a 26 anni e Mario Vanni all’ergastolo. Tutti e tre "i compagni di merende" - così era stato soprannominato il trio - sono ora deceduti.