Sono 21,5 milioni gli italiani che vivono in aree ad alto o elevato rischio sismico. Quindici milioni gli edifici costruiti prima della legge antisismica del 1974
Sono 21,5 milioni gli italiani che vivono in zone con un rischio sismico tra alto ed elevato. Quindici milioni le case costruite nel nostro Paese prima della Legge sull'antisismica del 1974, che fissa i criteri per le nuove costruzioni. 4,4 milioni gli edifici (tra pubblici e privati) che, secondo le stime, necessitano di interventi urgenti.
Secondo le ultime stime, oggi servirebbero 40 miliardi per la messa in sicurezza degli edifici pubblici che salgono a 93 se si considerano anche quelli privati.
Solo 180 milioni spesi dal 2009 per la prevenzione - Sono 150 i milioni spesi dallo Stato italiano dal 1960 ad oggi per gli interventi in aree colpite dai terremoti, 950 i milioni invece stanziati, dopo il terremoto de L'Aquila, per la prevenzione del rischio sismico, solo 180 quelli realmente spesi e, per lo più, utilizzati per una "fase preliminare", ovvero per la mappatura dei terreni. Molti dei fondi risultano inoltre ancora bloccati, perché gli enti locali non riescono a trovare le risorse per co-finanziare i progetti.