A "Quarto Grado"

Milano, il racconto di una sposa bambina: "Avrei preferito morire"

A "Quarta Repubblica" la testimonianza della 36enne Dalal Nabih: "Vorrei perdere la memoria"

12 Set 2023 - 10:20

"Vorrei perdere la memoria per poter dimenticare quei giorni". Sono le parole di Dalal Nabih, oggi 36enne: a "Quarta Repubblica", la donna ha parlato della sua condizione di sposa bambina da cui si è liberata. Il suo è stato un matrimonio islamico combinato con un uomo molto più grande di lei: "Mi ha violentato - ha spiegato alle telecamere del programma di Rete 4 -, mi metteva le mani ovunque. Avrei preferito morire. 

Nabih racconta come è avvenuto il suo matrimonio combinato: "Sono venuta in Italia all'età di 3 anni con la mia famiglia e mia sorella, ho frequentato le scuole italiane ma sempre seguendo le regole islamiche - dice -. All'età di 11 anni i miei genitori mi portano in Marocco: io pensavo fosse un viaggio, in realtà era il mio matrimonio. Io non capivo finché non mi si è affiancata questa persona che poteva essere mio zio o mio papà, perché io avevo 11 anni e lui 42. Mi hanno preparato, vestita e abbellita e mi hanno portato in una camera chiusa". 

Al ritorno in Italia da quel viaggio, la sua vita è cambiata: "Andavo a scuola con la fede al dito e il velo - prosegue -, quando tornavo a casa venivo chiusa in camera a chiave. Non avevo il diritto di uscire senza di lui. Tutte le sere chiamava, mi hanno messo in camera un telefono fisso abilitato solo alle chiamate in entrata. Lui mi chiedeva se avevo imparato a fare il pane o a cucinare, perché il loro interesse è quello: tu sei la donna che cucina e pulisce. Quando hanno bisogno dei loro sfoghi sessuali ti metti lì come una bambola e vieni usata come un oggetto".

Dalal però si ribella a questo sistema e si sfoga con la madre, che decide di andare contro la tradizione islamica del matrimonio combinato. Questa protesta però le costa la vita, perché il padre della donna uccide la madre il 25 novembre 2001 per "punizione": "Erano le due e mezza di notte - dice -, sento urlare mia madre. Le ha dato due coltellate, una così forte da spezzare il coltello. Sono stata portata a vedere e mi è stato detto: visto cosa ha fatto tua mamma? È colpa sua". L'uomo, condannato in Italia con l'ergastolo, non ha fatto neanche un giorno di carcere prima perché è fuggito fuori dall'Italia. 

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