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Spray al peperoncino, che cos'è e quando si può usare

La bomboletta urticante è un mezzo di autodifesa comune: può essere acquistata anche al supermercato. Tuttavia, ci sono dei limiti legali al suo utilizzo

09 Ago 2023 - 07:20
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Lo spray al peperoncino è diventato uno strumento di difesa personale molto comune. Questa bomboletta è facile da reperire: la si può, infatti, comprare in farmacia o anche nei supermercati. Esistono però dei limiti al suo utilizzo imposti dalla legge. 

Cos'è e come funziona

 Lo spray al peperoncino è una bomboletta pressurizzata contenente il gas oleoresin capsicum, presente nelle piante erbacee del genere Capsicum tra le quali appunto, il peperoncino piccante. Non è tossico e non lascia danni permanenti, ma è comunque un forte irritante delle mucose dell'occhio, del naso e della gola. Il suo effetto, se la concentrazione di capsacina, una sostanza irritante, è nei limiti legali dura circa 20 minuti. Spruzzata in faccia all'aggressore, la bomboletta causa una cecità momentanea che permette alla vittima di scappare.

Quando si può usare

 Il fatto che lo spray al peperoncino si possa acquistare liberamente non significa che il suo uso possa essere indiscriminato. In Italia, i prodotti a base di peperoncino come strumento di autodifesa sono stati legalizzati con il Decreto Ministeriale numero 103 del 12 maggio 2011 per le forze dell'ordine e per i maggiori di sedici anni. Il provvedimento chiarisce che l'utilizzo della bomboletta è giustificato solo per "legittima difesa dettata dalla necessità di sottrarsi a reali minacce all’incolumità personale". Non è consentito utilizzarla per aggredire un'altra persona che non costituisce alcuna minaccia per noi o per altri.

Altre limitazioni

 Secondo le disposizioni, lo spray non può contenere più di venti millilitri di prodotto urticante, con una percentuale di oleoresin capsicum inferiore al 10% e una concentrazione massima di capsaicina pari al 2,5% e non può avere una gittata superiore ai tre metri. La miscela non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici. Se non soddisfa questi requisiti, la bomboletta non è più uno strumento di legittima difesa ma diventa un mezzo illegale di aggressione. 

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