Gli atti persecutori contro la vittima, un'avvocata Milanese, duravano ormai da un paio di mesi. "Se ti guardi intorno puoi vedermi" scriveva nei messaggi
© Carabinieri
Un 33enne romano è stato arrestato per stalking contro la sua ex fidanzata dai carabinieri in un'inchiesta della Procura di Milano. L'uomo stava cercando di reperire un acido per sciogliere metalli e gli inquirenti hanno temuto che lo volesse utilizzare contro la donna, già vittima da un paio di mesi di una "inquietante strategia di ossessivo controllo e logoramento psicologico".
Il professionista aveva pubblicato foto o commenti con insulti nei profili social della ex e aveva anche messo a soqquadro la casa della donna mentre lei era all'estero per lavoro, persino "sventrando il materasso, il divano e il letto con un coltello".
Gli inquirenti hanno ricostruito decine di episodi di stalking in seguito alla decisione della ragazza di interrompere la relazione: messaggi intimidatori anche da utenze estere nei quali le comunicava "di trovarsi negli stessi posti" dove si trovava lei e "minacciandola", scrive il Gip nelle 19 pagine di ordinanza. L'uomo avrebbe commesso anche dei furti d’identità su ogni social e profilo della giovane per effettuare acquisti online, modificare le informazioni personali a scopi denigratori (per esempio la laurea all’Università Bocconi era stata sostituita con Università telematica Pegaso) o per cambiare foto profilo mostrando "due persone a letto" o la ragazza intenta a bere alcolici. Si sarebbe poi introdotto nella casa milanese dell'avvocata, messa completamente a soqquadro. Infine, richieste di rinunciare alle vacanze - anche nel periodo della loro relazione sentimentale - per dimostrare "che lui era più importante dei suoi hobby" o tentativi di contattare il servizio clienti di Airbnb per scoprire dove alloggiasse la 32enne e se ci fossero prenotazioni a suo nome.
La donna, come si legge negli atti, per la "paura" era stata costretta "ad alterare le proprie abitudini di vita", a lasciare Milano e ad andare a vivere a Roma dai suoi genitori. Non usciva più di casa e non andava nemmeno più in ufficio, ma lavorava da remoto temendo "aggressioni". Aveva anche dovuto bloccare "carte di credito, carte di debito e pin di accesso al conto". Infatti fra il 3 e l'8 novembre, l'uomo avrebbe effettuato on line "ordini di cosmetici per un valore complessivo pari ad 2.919 euro" a nome della donna, dopo essersi appropriato delle password e degli accessi al conto bancario. L'inchiesta è scattata dopo la denuncia della donna.
Le intercettazioni, captate a metà novembre, mostrano uno scenario "preoccupante" una "progressione criminosa" che, secondo il Gip, "determina anche un pericolo di commissione di reati con uso di mezzi di violenza". In particolare il 15 di novembre il 33enne avrebbe telefonato a due negozi ferramenta dicendo di avere "bisogno di un acido corrosivo" e chiedendo quali tipi di acidi fossero in grado di "sciogliere pure dei metalli" per poi mettere in atto tentativi di incontrare e contattare la ex che non gli risponde al telefono. Per il giudice si tratta di una ricerca "improvvisa e immotivata", almeno per scopi lavorativi, visto che l'uomo lavora "come dottore commercialista in uno studio tributario e societario di Milano".