Il direttore del Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center di Miami spiega a Tgcom24 la sua posizione. "Sono a favore di test scientifici che dovrebbero essere nell'interesse di tutti"
A fine gennaio le cellule prodotte a Brescia con il metodo Stamina saranno testate nei laboratori del professor Camillo Ricordi a Miami. Ricordi è uno dei maggiori studiosi mondiali sul diabete, si occupa di cellule staminali da anni. E ha fondato The Cure Alliance, un'associazione che promuove collaborazioni internazionali per nuove cure. In pratica si occupa di verificare la correttezza e l'efficacia di nuove cure. La prestigiosa rivista Nature però ha pesantemente criticato non solo il metodo Stamina, ma anche il coinvolgimento del professor Ricordi che ha dovuto incassare anche le critiche e le defezioni di quattro prestigiosi collaboratori, sempre per il suo appoggio apparente, al controverso protocollo di Vannoni. Incuriosita ho deciso di contattare il professor Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center, all'Università di Miami. E gli ho chiesto di spiegarci la sua posizione. "Non sono a favore di Stamina - ci spiega - ma sono a favore di un processo di verifica che dovrebbe essere nell'interesse di tutti e che porrebbe fine a strumentalizzazioni e coalizioni diffamatorie." Per Ricordi "Negare che stiano uscendo dati interessantissimi da protocolli clinici che utilizzano infusioni di MSC (cellule staminali mesenchinali) in diverse patologie è come essere accecati da una predeterminazione e da un'attitudine che porta ad allineare immediatamente come nemici tutti quelli che la pensano diversamente, invece che collaborare per far chiarezza in tempi brevi con una verifica scientifica che risolverebbe un dibattito tanto polarizzante quanto non produttivo". "Lo dobbiamo ai pazienti, alle loro famiglie e a tutti, compresa la comunita' scientifica che e' sempre piu' confusa da questa saga polarizzante, mentre sarebbe stato molto piu' semplice verificare scientificamente e porre fine a questo dibattito.
Di seguito il documento integrale.
Mi è stata sollecitata da più parti una risposta pubblica per chiarire la mia posizione rispetto alla nota saga Stamina. Il mio interesse per le terapie cellulari e per malattie neurodegenerative origina fin da dopo la maturità scientifica quando era stata proprio la lettura di un libro del Premio Nobel John Eccles (Understanding the Brain), che mi aveva convinto a iscrivermi a medicina invece che astrofisica. Da studente ho frequentato il Centro di Fisiologia dei Centri Nervosi (CNR) di Milano diretto dal Prof. Baldissera e sotto la mentorship del Prof. Marco Margnelli. Il mio orientamento e successive impegno professionale per la cura del diabete è risultato da una serie di eventi e considerazioni, inclusa una diagnosi in famiglia. Durante il mio periodo di formazione alla Washington University di St. Luois, grazie a una borsa di studio del NIH (National Institutes of Health) oltre alle isole pancreatiche ci eravamo anche occupati di trapianti di ipotalamo e ipofisi e tutt'oggi mi incontro regolarmente con neurologi e neurichirirghi per discutere progetti collaborativi in diverse condizioni patologiche, dalle lesion ischemiche alle lesioni spinali e al Parkinson. Il mio interesse in questa direzione e' aumentato da quando a mio padre, Nanni Ricordi, era stato diagnosticata una grave forma di Paralisi Sopranucleare Progressiva (PSP), la stessa malattia che il Prof. Pezzoli e altri stanno provando a trattare con cellule staminali mesenchimali (MSC). Ero andato anche in Argentina a visitare un centro che effettuava trapianti cellulari nel Parkinson ... ma non ho creduto ai dati clinici, importanti ma aneddottici e ai filmati che mi avevano fatto vedere: non c'erano dati scientifici pubblicati, non c'era evidenza di un meccanismo, non c'erano studi animali.
La morte mio padre il 14 gennaio 2011 e l'osservazione pluriennale in prima persona dell'effetto deleterio delle eccessive regolamentazioni e burocrazia sullo sviluppo di nuove curemi ha portato a formare un'associazione benefica, The Cure Alliance, originariamente The Cure Focus Research Alliance (www.TheCureAlliance.org).L'obiettivo principale e' promuovere collaborazioni internazionali per lo sviluppo di nuove cure, ma anche informare e rendere consapevoli tutti della necessita' di affrontare una situazione che sta diventando insostenibile, sia dal punto di vista della sofferenza umana che dal punto di vista dell'impatto economico su tutto il sistema sanitario: il progressive aumento di malattie croniche degenerative che affliggono l'umanita', col parallelo aumento di tempi e costi che sono diventati sempre piu' insostenibili per lo sviluppo di nuove cure. Oggi soltanto negli USA si spendono 65 miliardi in un anno in ricerca e sviluppo farmaceutico per uscire con meno di venti nuove molecole (farmaci) approvati nel mercato, e ci vogliono 7-9 anni per approvare una nuova entita' molecolare. Sarebbe disastroso imporre costi e tempi simili per terapie cellulari, a meno di prodotti cellulari sottoposti a significative manipolazioni genetiche o di un rischio reale per la salute pubblica. Molti sostengono per esempio che un trapianto di cellule autologhe (che provengono dal paziente stesso) non rappresenti un rischio per la popolazione, non e' un nuovo vaccino da somministrare a tutti i bambini, non e' un farmaco per distribuzione alla popolazione generale. L'utilizzo di tali prodotti cellulari dovrebbe derivare da una decisione tra medico e paziente e l'uso regolato dalle appropriate organizzazione professionali, ospedaliere, da comitati etici, con l'obbligo pero' di riportare risultati positivi e negativi, gli effetti collaterali come i successi, in combinazione nei casi promettenti con studi scientifici rigorosi di verifica per arrivare alla cosiddetta "Evidence Based Medicine".
The Cure Alliance non e' la sola a sollevare questo dibattito sull'eccessiva burocrazia, regolamentazione, costi e tempi assiciati allo sviluppo di nuove cure, a partire dalla possibilita' e effettuare studi pilota in piccolo gruppi di pazienti una volta valutata l'assenza d rischi reali per la salute dei pazienti trattati. E' un dibattito che sta coinvolgendo leaders, esperti e istituzioni in tutto il mondo, dall' ex-Amministratore Delegato di INTEL Corporation, Andrew Grove, al Dr. Scott Gottlieb, ex-Deputy Commissioner della FDA (Food and Drug Administration, USA), e molti altri inclusa l'esperta di questioni legali/regolamentari Mary Ann Chirba di Boston, l'organizzazione di Washingon Faster Cures, The Manhattan Institute di New York, esperti di etica etc. Diversi paesi dal Giappone alle Bahamas hanno cambiato le regolamentazioni per le terapie cellulari con cellule staminali e altri come l'Inghilterra stanno discutendo possibili cambiamenti per migliorare un sistema che non funziona, che non bilancia la ricerca della perfezione regolamentare e l'eliminazione di qualsiasi rischi con l'impatto della patologia in oggetto, in termini di costi, sofferenza e morti, ogni secondo che si ritarda lo sviluppo di una nuova cura. Le cellule non sono farmaci e richiedono regolamentazioni specifiche che proteggano la sicurezza dei pazienti trattati, senza impedire la verifica clinica iniziale di nuovi trattamenti di possibile impatto significativo. Nessuno e' per la deregolamentazione delle terapie e la sicurezza dei pazienti rimane centrale, ma ci sono differenze importanti quando si tratta un paziente alla volta affetto da una malattia incurabile senza altre opzioni terapeutiche e quando si sviluppa per esempio un vaccino per tutti i bambini o per la popolazione generale, o un farmaco per la grande distribuzione internazionale. Non solo sono a favore della revisione critica dei regolamenti vigenti nel campo delle terapie cellulari, ma sono anche un sostenitore della verifica scientifica, rigorosa, immediata, non in dieci anni, ogni qualvolta ci siano indicazioni cliniche incoraggianti certificate da uno o piu' specialisti con tests appropriati, sul possibile effetto positive di un nuovo trattamento, soprattutto per malattie incurabili e letali.
E' proprio per questo motivo che il Centro Trapianti Cellulari che dirigo da 20 anni assieme al Diabetes Research institute dell'Universita' di Miami, ha lanciato da circa un decennio un nuovo programma (Fast Track Center for Testing) per la verifica pratica tempestiva di ogni nuova tecnologia promettente, metodo o ipotetica cura proposta da ricercatori, medici o individui indipendentemente dalla loro sede geografica, per mettere a disposizione infrastrutture altamente specializzate e un team di esperti per una verifica nella maniera piu efficace e nei tempi piu' brevi possibili. Questo programma ha consentito la verifica di diverse tecnologie promettenti ma anche lo smascheramento di cosiddetti venditori di fumo, che purtroppo proliferano ogni qual volta che si entra una fase di espansione di nuove strategie biomediche, come oggi le terapie con cellule staminali e la medicina rigenerativa in genere. L'obiettivo centrale e' quindi quello di aiutare a valutare idee innovative con un potenziale terapeutico reale consentendo allo stesso tempo di smascherare eventuali tecnologie or presunte strategie terapeutiche, che in buona o cattiva fede vengono proposte come potenziali cure o trattamenti. Questo programa e' stato considerato molto valido non solo da parte dei pazienti e del pubblico in generale, ma anche da parte di fondazioni, istituzioni e anche industrie che richiedono una verifica pratica in tempi brevi del potenziale di un progetto prima di effettuare un investimento significativo in una direzione o in un'altra. In questo momento stiamo valutando diverse technologie soprattutto nel campo della cura del diabete, che rimane la nostra sola missione e obiettivo, ma allo steso tempo mettiamo a disposizione tale programma anche per la verifica di presunte nuove strategie in altre patologie di grande interesse.
A mio avviso non e' necessario sempre definire i precisi meccanismi biologici in modelli animali che spesso non sono rappresentativi della realta' clinica per la patologia specifica. Talvolta l'evidenza di un risultato clinico sorprendente precede la definizione del meccanismo d'azione specifico e spesso anche farmaci immessi nel mercato con un presunto meccanismo ne rivelano uno differente nei dieci anni successivi. Talvolta quindi la verifica clinica puo' precedere la definizione del preciso meccanismo d'azione della strategia terapeutica proposta, soprattutto in presenza di malattie incurabili dove non esista un'alternativa terapeutica reale. In ogni caso tali verifiche pratiche vanno effettuate con la massima trasparenza e comunicazione dei dati in tempo reale, con l'approvazione di comitati etici competenti e con appropriate procedure di consenso informato dei pazienti trattati. Inoltre, tali protocolli clinici, come nel caso delle cure compassionevoli, non possono andare avanti a tempo indeterminate sottraendosi alla verifica scientifica rigorosa e alla pubblicazione dei dati e risultati ottenuti. Rispetto allo specifico della saga di Stamina in Italia, come ho gia' detto in diverse occasioni, c'e' un percorso collaborativo che puo' essere portato avanti, ma fin quando si urla “ciarlatani e truffatori” da una parte e “assassini” dall'altra, non credo si andrà da nessuna parte, e i risultati si sono visti. Esiste inoltre un problema fondamentale di chi ha deliberatamente riportato il falso su di me, su The Cure Alliance e su esperti di cellule mesenchimali staminali come per esempio il Prof. Arnold Caplan. Negare che stiano uscendo dati interessantissimi da protocolli clinici che utilizzano infusioni di MSC in diverse patologie e' come essere accecati da una predeterminazione e da un'attitudine che porta ad allineare immediatamente come nemici tutti quelli che la pensano diversamente, invece che collaborare per far chiarezza in tempi brevi con una verifica scientifica che risolverebbe un dibattito tanto polarizzante quanto non produttivo.
La necessita' di revisionare i regolamenti per permettere lo sviluppo di nuove cure in tempi e con costi sostenibili rappresenta un problema enorme che diverse organizzazioni stanno cercando di affrontare, attraverso un dialogo costruttivo, non attraverso la diffamazione e la polarizzazione delle opinioni. E per questo che ho lasciato il confronto aperto, tra sostenitori e detrattori di Stamina, perche' penso che da entrambe le parti siano stati commessi errori, ma ci sia anche l'interesse di tutti a far chiarezza,a capire cosa funziona e cosa non funziona, a riconoscere la speranza e distinguerla dall'illusione e dalla truffa, a riconoscere quelli che promuovono il progresso sui sentieri della cura per malattie oggi incurabili, e smascherare i truffatori, ma anche i diffamatori e quelli con una “agenda”. Soltanto mantenendo un dialogo e lo scambio di informazioni si aiuta a capire. Eventualmente saremo tutti d'accordo, ma ci vorrà tempo. Nel frattempo si deve anche rispettare chi soffre o sta morendo e vuole provare qualcosa che a detta di alcuni specialisti ha dato dei risultati promettenti. E per questo che abbiamo offerto I nostri laboratori di Miami e il Fast Track Center for Testing per effettuare un primo momento di verifica mediante la caratterizzazione dei prodotti cellulari Stamina, per definirne il contenuto e la sicurezza biologica. Se risulterà essere acqua fresca o olio di serpenti come sostengono alcuni il discorso è chiuso e tutti a casa. Se I risultati saranno positive si tratterà a mio avviso di definire il progresso di due binari paralleli dove da una parte si permette la prosecuzione di un trattamento “compassionevole” che non costituisce un problema di salute pubblica, mentre dall'altra si effettua una verifica rigorosa della sua efficacia, senza sottrarsi alla trasparenza e alla pubblicazione dei risultati, anche se parziali o incompleti. Nel frattempo si va avanti a discutere e pazienti muoiono ogni secondo, mentre i costi della sanità salgono in maniera economicamente insostenibile (oltre che in termini di sofferenza umana). Negli USA tali costi hanno già superato il 18% del PIL, 2500 miliardi all'anno, proiettati a diventare 4400 miliardi all'anno nel 2018, mentre non si investe nelle scuole, nella prevenzione e nello sviluppo di cure.
E' ovvio che rientra negli interessi economici di alcuni alzare l'asticella per poter provare asviluppare nuove terapie. Non le accuso le multinazionali del farmaco per questo ... e' una regola di qualsiasi business: se sei l'unico che puo' permettersi tali tempi e investimenti di miliardi per sviluppare un prodotto che verra' eventualmente approvato, piu' alzi l'asticella e piu' elimini la competizione. Ne io ne The Cure Alliance siamo mai stati a favore di Stamina, ma sempre a favore dei pazienti e della verifica pratica di possibili trattamenti per malattie incurabili che oggi afliggono l'umanita' imponendo livelli di sofferenza e costi per la sanita' insostenibili, mentre rappresentano certamente un mercato attraente per interessi economici e commerciali di diverso tipo. Mentre The Cure Alliance non ha una posizione ufficiale sul caso Stamina e coprende individui con opinioni molto differenti sul caso specifico, personalmente sono a favore della verifica scientifica del presunto metodo, che alcuni esperti hanno giudicato posibilmente significativo considerati I risultati clinici osservati in alcuni pazienti, mentre altri lo hanno discreditato per varie ragioni. La questione per me non e' se Stamina abbia eseguito abbastanza studi animali o abbia pubblicato abbastanza lavori scientifici, non e' come e perche un brevetto non sia stato riconosciuto se un protocollo debba rimanere confidenziale o meno (incidentalmente la maggioranza dei protocolli “esterni” che stiamo verificando a Miami sono confidenziali e non ne conosciamo i dettagli) o se una domanda di brevetto ritirata contenga foto o informazioni sbagliate (incidentalmente la mancanta approvazione di un brevetto non e' indicazione di inefficacia di un trattamento), non e' se sia giusto o meno spendere 3 milioni di Euro per un protocollo clinico di verifica quando altri scienziati competono e sono in difficolta' a reperire fondi. A mio avviso questa saga ha da lungo superato questa fase di dibattito, perche decine di pazienti sono gia' stati trattati e apparentemente in assenza di effetti collaterali significativi, la magistratura italiana ha ribaltato decisioni delle agenzie regolamentari competenti, e l'opinione di alcuni scienziati sono state contrastate dai pareri clinici di altri, dalla reazione popolare e dal voto quasi unanime del Parlamento italiano a favore di una verifica pratica del controverso protocollo clinico di Stamina in un numero limitato di pazienti. Era per me importante che in questa situazione chiaramente anomala si procedesse per far chiarezza sull'intera saga. Alla fine di questo processo di verifica ci saranno almeno tre possibilita': 1. I trattamenti proposti funzionano in una o piu' delle indicazioni selezionate con il potenziale di aiutare pazienti affetti in tutto il mondo; 2. Una risposta parziale o transitoria viene osservata a indicazione di un parziale effetto biologico che tutavia non e' sufficiente a giusificare continuazione del protocollo clinico e dei costi associate; 3. Il presunto metodo non funziona, nessun beneficio clinico viene osservato nei pazienti trattati e la possibilità di truffa e speculazione alle spalle di pazienti e le loro famiglie verrà verificata ai livelli appropriate. In sintesi, non sono a favore di Stamina ma sono a favore di un processo di verifica che dovrebbe essere nell'interesse di tutti e che porrebbe fine a strumentalizzazioni e coalizioni diffamatori.
Nello specifico dei test che abbiamo offerto di eseguire a Miami, spero che questo sforzo multidiciplinare potra' servire a far luce almeno sul punto di partenza del presunto trattamento, ovvero la composizione cellulare e le caratteristiche di sicurezza biologica dei preparati infusi. Queste prove di verifica verranno effettuate da esperti di caratterizzazione di prodotti cellulari, inclusi esperti di neurobiologia e neurofisiologia. Spero che questa caratterizzazione iniziale che confermera' o meno, forse aggiungendo ulteriori informazioni rispetto ai test gia' effettuati in Italia su tali prodotti cellulari, potra' essere di assistenza come primo passo verso una verifica rigorosa del presunto trattamento. Questo momento di verifica iniziale potrebbe anche porre fine in tempi brevi a qualsiasi ulteriore discussione qualora I risultati fossero negative. Come ho ripetuto in diverse occasioni sono a favore della verifica scientifica rigorosa ogni qualvolta uno o piu' esperti clinici di una patologia trattata riportano risultati clinici incoraggianti anche se il preciso meccanismo d'azione del presunto trattamento non sia ancora stato definite a livello di ricerca di base. Lo dobbiamo ai pazienti, alle loro famiglie e a tutti, compresa la comunita' scientifica che e' sempre piu' confusa da questa saga polarizzante, mentre sarebbe stato molto piu' semplice verificare scientificamente e porre fine a questo dibattito.