"Ho affrontato il processo con l'animo tranquillo e sicuro di chi sta dalla parte della ragione e della legge, da sempre", ha aggiunto il generale
"Mi chiedo adesso cosa si inventeranno? Spero che la piantino. E che trovino argomenti migliori per vendere le copie dei loro giornali e dei loro libri". Lo dice – parlando dei suoi detrattori – al Riformista il generale ed ex comandante del Ros Mario Mori commentando la conferma dell'assoluzione da parte della Cassazione per lui, per l'ex parlamentare Marcello Dell'Utri e per gli ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni e Giuseppe De Donno nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.
"Sono sempre stato un agonista, da quando giocavo a pallone a quando facevo il mio mestiere nell'Arma. Un agonista che accetta le sfide e sa stare in campo. Mi sono trovato bene a combattere. E non ho mai avuto un cedimento. Adesso il problema è cosa farò da domani", aggiunge Mori.
"Sono sempre stato sereno: conosco il mio mestiere, sapevo di non aver mai fatto nulla che uscisse da quelli che sono i canoni di comportamento dei carabinieri, quindi ho affrontato il processo con l'animo tranquillo e sicuro di chi sta dalla parte della ragione e della legge, da sempre", spiega il generale.
Infine, Mori si dice soddisfatto anche per i suoi coimputati: "Per il generale Antonio Subranni la soddisfazione è doppia perché noi abbiamo svolto delle indagini e arrestato delle persone, lui dalla sua posizione non ha fatto neanche quello. Non abbiamo mai capito perché hanno voluto inserire anche lui nel procedimento. La vicenda che riguarda Dell'Utri, non ce lo nascondiamo, si ammanta di una coloritura politica. Quando c'è di mezzo la politica, il discorso scantona sempre nella coloritura. Sono molto soddisfatto anche per lui e naturalmente gli mando un abbraccio".