Il pm: la 17enne ha partecipato alle torture. Secondo gli inquirenti l'esorcismo per scacciare il male dalla casa era cominciato da un mese e tutti, vittime e assassini, erano "preda di un delirio mistico"
E' stata arrestata anche Miriam Barreca, la figlia sopravvissuta nella strage familiare di Altavilla. Nella conferenza stampa degli inquirenti il procuratore di Termini Imerese spiega che anche lei, 17 anni, ha partecipato ai riti di purificazione in cui "sono stati torturati i fratelli, Kevin ed Emanuel, e la madre, Antonella Salamone", poi uccisi. La Procura dei minori ha quindi provveduto a indagare la ragazza per concorso in omicidio. Poi l'arresto di Miriam, che ha ammesso il suo coinvolgimento. A Tgcom24 il padre della donna uccisa dice: "E' giusto che paghino per quello che hanno fatto. Vi prego soltanto di rispettare il nostro dolore".
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La 17enne si è presentata alla Procura per i minori il 14 febbraio, tre giorni dopo il ritrovamento dei cadaveri, quando già era stata affidata a una comunità protetta. E ha fatto rivelazioni agghiaccianti, in seguito alle quali il magistrato ha disposto il fermo per omicidio pluriaggravato in concorso e occultamento del cadavere. Miriam ha rivelato il suo pieno coinvolgimento nei fatti e, interrogata davanti al suo avvocato, ha rivelato quanto è accaduto nella sua casa.
Nella nota della Procura dei minori si legge che la ragazza ha raccontato tutto dando "un resoconto agghiacciante, anche in relazione al contributo personale fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, e all'agonia fino alla morte". La 17enne ha chiarito anche quanto accaduto dopo l'assassinio della madre e come il padre e i complici abbiano dato fuoco al cadavere per seppellire poi i resti. Miriam ha inoltre detto che già da anni c'erano dei "demoni" in casa e che per colpa dei diavoli erano accadute cose negative alla sua famiglia: per questo avevano avuto la necessità di scacciarli dalla madre e dal fratello 16enne, molto legato alla donna e quindi posseduto dalle stesse forze demoniache. Il gip ha già convalidato il provvedimento di fermo per la ragazza.
A Tgcom24 il padre di Antonella, la donna uccisa, dice: "Non ho più nulla e non mi interessa più nulla. Paghino quello che è giusto. Dopo quello che hanno commesso si faranno il carcere. Io ora ho chiuso. Fatemi una cortesia, rispettate il nostro dolore. Le nostre ferite sono molto profonde e non andranno mai più via".
Sembra dunque, secondo quanto spiega il procuratore Ambrogio Cartosio nella conferenza stampa, che "la partecipazione alle torture sia stata corale". "Confermo - dice Cartosio - che il piccolo di 5 anni è stato torturato prima di essere ucciso".
Il procuratore descrive poi quella che è stata una "terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una religiosità fanatica. Che pesa molto sui figli. La famiglia vive con disagio". Per la strage in carcere, oltre al padre e marito delle vittime, Giovanni Barreca, c'è una coppia di suoi amici di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
"Il rito collettivo - riprende il procuratore - era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia di Palermo, che avrebbe partecipato al massacro. Erano tutti preda di un delirio mistico". Le vittime e gli assassini, lo stesso Barreca e i due complici, dunque, "avevano cominciato un mese fa una sorta di rito di purificazione dal demonio, poi sfociato negli omicidi". Il procuratore ha parlato di una "escalation" nell'esorcismo che si sarebbe svolto in quella casa: dalle violenze psicologiche si sarebbe passati poi a quelle fisiche. Sembra che anche Kevin, il figlio 16enne, abbia partecipato attivamente al massacro prima di essere ucciso. I due complici avevano convinto Barreca e i due figli più grandi, Kevin e la sorella, che solo il dolore avrebbe liberato la casa e i loro corpi dalle presenze demoniache.
"Giovanni Barreca e i due conviventi Fina e Carandente si sono conosciuti sui social - dice poi il pm Manfredi Lanza, che coordina le indagini -. La coppia di palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo da loro". "I due conviventi sono stati fermati a Palermo la mattina dell'11 febbraio nella loro abitazione, dove sono arrivati il giorno prima", spiega il comandante dei carabinieri di Bagheria Francesco Battaglia. Il procuratore Cartosio precisa poi che dietro la strage potrebbero esserci altri soggetti e scenari e chiarisce: "Cercheremo di capirlo e speriamo di avere l'appoggio delle altre sedi giudiziarie e delle altre istituzioni per comprenderlo a fondo".
Nella serata di venerdì 16 febbraio davanti alla Chiesa Evangelica Cristiana di Altavilla è prevista una fiaccolata silenziosa "in onore delle vite innocenti di Antonella, Kevin ed Emanuele".