Oltre all'anomalia meccanica dai risultati è emerso anche che il guard rail era troppo vetusto e consumato per reggere l'urto del mezzo, precipitato il 3 ottobre del 2023
Lo sterzo era malfunzionante e il guard rail era troppo vetusto e consumato per reggere l'urto del mezzo. Sono i primi risultati delle superperizie disposte dalla procura della Repubblica di Venezia, sull'autobus precipitato dal cavalcavia di Mestre, il 3 ottobre del 2023 dove morirono 22 persone illustrati dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. Dagli accertamenti svolti dai periti nominati da Laura Cameli, la pm titolare del fascicolo d'inchiesta è emerso che un'anomalia meccanica, in particolare a un perno dello sterzo, avrebbe impedito all'autista di recuperare il mezzo, in maniera rapida, nella fase dello sbandamento.
Si è dunque chiusa la fase delle perizie sull'incidente. Giovedì sono stati rimossi i resti della barriera di protezione lunga trenta metri, che era sotto sequestro per e verrà posto nella caserma Matter di Mestre dove è depositato anche l'autobus. Per la tragedia sono indagati tre funzionari del Comune di Venezia e l'amministratore delegato de La Linea.
Le immagini degli ultimi istanti di vita dei passeggeri del bus sono documentate da un video delle telecamere di bordo, acquisito dalla procura nell'ambito dell'inchiesta sull'accaduto. Lo ha reso noto il procuratore Bruno Cherchi. Il magistrato ha chiesto alle parti che ne entreranno in possesso (e potranno utilizzarlo ai fini dell'inchiesta) "di non di pubblicarlo o diffonderlo. Le immagini sono crude, ci sono minori e persone che muoiono - ha detto -, non è di nessuna utilità per l'opinione pubblica, mi appello al buon senso".
"Le telecamere - ha spiegato Cherchi - con le loro riprese non aggiungono nulla a quanto noto anche attraverso le altre perizie e le testimonianze". Di fatto le immagini documentano che il pullman viaggiava normalmente sul cavalcavia, quando ha iniziato a scarrocciare sulla destra - a causa della rottura di un giunto dello sterzo - battendo più volte e seminando pezzi sulle barriere, per poi precipitare.