azouz marzouk, confermata la condanna per diffamazione

Strage di Erba, in Cassazione l'ultima speranza per Olindo e Rosa

I supremi giudici dovranno decidere sul ricorso presentato dai legali della difesa, dopo la sentenza della corte d'Appello di Brescia che aveva respinto la richiesta di riaprire il processo. Intanto confermata la condanna per diffamazione dei confronti di Azouz Marzouk

24 Mar 2025 - 13:08

Si terrà domani, martedì 25 marzo, davanti alla Quinta sezione della Cassazione l'udienza durante la quale si discuterà il ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, contro la decisione della Corte d'appello di Brescia di dichiarare inammissibile l'istanza di revisione della sentenza che ha condannato definitivamente i coniugi. E dopo quasi 20 anni potrebbe essere la loro ultima possibilità per evitare il carcere a vita.

Il "no" alla revisione de processo

 Il 10 luglio, la corte d'Appello di Brescia aveva respinto la richiesta di riaprire il processo per la strage avvenuta l'11 dicembre del 2006, quando morirono Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef Marzouk, 2 anni, la madre Paola Galli, 56, e la vicina di casa Valeria Cherubini, 55 anni. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, 73 anni, rimase ferito e morì in seguito. Proprio l'affidabilità della testimonianza di Frigerio è uno dei motivi per chiedere la riapertura del processo messi nero su bianco nelle oltre cento pagine con numerosi allegati del ricorso presentato in Cassazione dai legali di Olindo e Rosa, nel quale viene chiesto di esaminare nuove prove che porterebbero alla loro assoluzione. Prove che la Corte d'appello ha invece respinto senza neanche aprire il dibattimento, a partire appunto dalle parole di Frigerio che la difesa riteneva viziate anche dall'inalazione del fumo che si sprigionò dopo che gli assassini appiccarono l'incendio all'appartamento e che invece per i giudici bresciani sono pienamente attendibili. Attendibili per la Corte d'appello sono anche le confessioni di Olindo e Rosa, poi ritrattate, mentre per la loro difesa vennero "ispirate" da carabinieri e inquirenti, anche a causa della loro debolezza mentale, così come inutile cercare di svalutare la macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sulla Seat Arosa di Olindo.

Nessun riscontro sulla faida per lo spaccio di droga

 Per i giudici bresciani tutte queste non sono prove nuove e non comportano il proscioglimento degli imputati, così come "non ha trovato alcun riscontro" la pista alternativa, prospettata dalla difesa, della faida per lo spaccio di droga e lo stesso dicasi per un presunto complotto che ha portato alla fabbricazione di prove false.

Verso una sentenza definitiva?

 Toccherà quindi ora ai giudici della Cassazione stabilire se c'è stata la mancata verifica di quelle che a detta della difesa sarebbero nuove prove in grado di scagionare gli imputati. Se confermeranno la decisione della corte d'appello di Brescia, la strage di Erba avrà una sentenza definitiva. 

Azouz, confermata la condanna per diffamazione

 Intanto la Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione nei confronti di Azouz Marzouk, strenue sostenitore della non colpevolezza di Olindo e Rosa. Durante un'intervista alla testata online "il24.it", pubblicata a febbraio 2019, Azouz sosteneva l'ipotesi che la strage avesse un fine economico: "Indagate sulla famiglia - aveva dichiarato Azouz - mio figlio Youssef conosceva l'assassino… Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie". Un'accusa sibillina, secondo i giudici, agli ex cognati, i fratelli Castagna. Assieme a lui, era stato imputato il giornalista estensore dell'articolo, che aveva risarcito ottenendo una remissione di querela.
 

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