respinto il ricorso

Strage di Erba, Cassazione: no alla revisione del processo per Olindo e Rosa

"Congetture, non nuove prove": il procedimento penale non verrà riaperto e i due coniugi, condannati all'ergastolo, resteranno in carcere. L'avvocato della coppia: "Valuteremo se ricorrere alla Corte Europea"

25 Mar 2025 - 19:57
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Non ci sarà nessun nuovo processo per la strage di Erba. I giudici di Cassazione hanno scritto la parola fine al massacro avvenuto l'11 dicembre del 2006, rigettando il ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, che per questa vicenda stanno già scontando la pena dell'ergastolo. Confermata di fatto la decisione della Corte d'Appello di Brescia, che aveva già respinto l'istanza di revisione della sentenza del carcere a vita. A quasi 20 anni dai fatti potrebbe quindi chiudersi definitivamente la vicenda giudiziaria su uno degli omicidi più efferati del dopoguerra.

Il legale di Rosa e Olindo: "Valutiamo il ricorso alla Corte Europea"

 "Valuteremo ricorso alla Corte Europea ma noi  ci attendevamo un annullamento da parte della Cassazione". Così l'avvocato Fabio Schembri, difensore di Olindo e Rosa Bazzi, dopo la pronuncia della Suprema Corte. "Aspetteremo di leggere le motivazioni per poi decidere cosa fare. La strada del ricorso alla giustizia europea era già stata intrapresa per quanto riguarda la sentenza di merito, in questo caso la intraprenderemmo per la questione legata alla revisione"

"Congetture, non nuove prove"

 I giudici hanno, sostanzialmente, recepito quanto sollecitato dalla Procura generale che ha bollato come "mere e astratte congetture" le nuove prove alla base del ricorso dei difensori. Per il pg Giulio Monferini quelli che, secondo la difesa, sarebbero elementi di prova nuovi "non possono in alcun modo smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla condanna di Rosa e Olindo, e cioè le dichiarazioni del sopravvissuto, le confessioni e le tracce ematiche".

La Corte d'Appello di Brescia

 Al vaglio dei supremi giudici si è arrivati dopo la decisione della Corte d'Appello di Brescia che, a luglio, si era espressa per l'inammissibilità dell'istanza di revisione della sentenza con cui è passata in giudicato la condanna ai coniugi. Il 10 luglio, i giudici di Brescia avevano respinto la richiesta di riaprire il processo per la strage avvenuta l'11 dicembre del 2006, quando morirono Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef Marzouk, 2 anni, la madre Paola Galli, 56, e la vicina di casa Valeria Cherubini, 55 anni. 

La testimonianza di Mario Frigerio

 Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, 73 anni, rimase ferito e morì in seguito. Proprio l'affidabilità della testimonianza di Frigerio è stato uno dei motivi su cui i difensori hanno basato la loro richiesta in un documento di oltre cento pagine. Prove che la Corte d'Appello di Brescia ha invece respinto senza neanche aprire il dibattimento, a partire appunto dalle parole di Frigerio che la difesa riteneva viziate anche dall'inalazione del fumo che si sprigionò dopo che gli assassini appiccarono l'incendio all'appartamento e che invece per i giudici bresciani sono pienamente attendibili.

Le confessioni di Olindo e Rosa

 Attendibili per i magistrati di Brescia sono anche le confessioni di Olindo e Rosa, poi ritrattate, mentre per la loro difesa vennero 'ispirate' da carabinieri e inquirenti, anche a causa della loro debolezza mentale, così come inutile cercare di svalutare la macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sulla Seat Arosa di Olindo.

Erba, la ricostruzione della strage

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La pista alternativa

 Per la Corte d'Appello tutte queste non sono prove nuove e non comportano il proscioglimento degli imputati, così come "non ha trovato alcun riscontro" la pista alternativa, prospettata dalla difesa, della faida per lo spaccio di droga.

L'ipotesi del "complotto"

 Esclusa anche l'ipotesi del "complotto" ai danni dei due imputati che avrebbe portato alla fabbricazione di prove false, o meglio della loro formazione. Motivando il no alla revisione i giudici di Brescia citavano anche l'iniziativa dell'ex sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser che aveva portato avanti l'ipotesi di riapertura del processo. Per la Corte d'Appello quanto compiuto da Tarfusser, che ha portato anche a un provvedimento disciplinare nei suoi confronti, "prima ancora che carente sotto il profilo della novità della prova" è inammissibile "per difetto di legittimazione del proponente".

I fratelli Castagna: "Olindo e Rosa colpevoli"

 I fratelli Castagna sono convinti della colpevolezza di Olindo e Rosa. "La corte di Brescia ha analizzato in maniera corretta l'istanza di revisione: non c'era nulla di nuovo, nulla di decisivo", ha commentato l'avvocato di parte civile che era presente in Cassazione.

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