"Voglio vedere dov'è seppellito"

Strage di Pontevico, Guido Viscardi: "Il killer Manolo non è morto"

A Ferragosto del 1990 nel Bresciano fu sterminata la sua famiglia: l'unico superstite torna a chiedere che il serbo a capo della banda che insanguinò il Nord Italia sconti la sua condanna

14 Mar 2017 - 12:30

Ventisette anni dopo lo sterminio della sua famiglia, Guido Viscardi, l'unico superstite della strage di Pontevico (Brescia), torna a chiedere giustizia. "Il killer Manolo è ancora vivo, non credo che sia morto, ma sia condannato". La sorte di Ljubisa Vrbanovic, il malvivente serbo detto "Manolo", sarebbe infatti avvolta nel mistero: stupri, ostaggi, rapine e una 357 magnum costellarono la lunga scia di sangue nel Nord Italia che iniziò nel 1986 e lo vide protagonista. Condannato a 40 anni di carcere, "il bandito dagli occhi di ghiaccio" sarebbe morto in un ospedale carcerario di Belgrado nel 2014, ma "non si conosce il luogo della sepoltura", insiste Viscardi.

"Voglio vedere il luogo della sua sepoltura, non ci credo che è morto". Non si arrende Guido Viscardi che in quel Ferragosto del 1990 perse il padre Giuliano, 57 anni, la madre Agnese, 54, e due fratelli per mano del serbo e di un suo complice.

Su "Manolo", condannato nel suo Paese a 40 anni di carcere, fu aperto un procedimento in Italia nel 2015, ma non ebbe seguito per il certificato di morte arrivato da Belgrado. A stroncare il killer nel 2014, all'interno di un ospedale carcerario serbo, sarebbe stato un carcinoma polmonare.

Eppure lo stesso ministero della Giustizia serbo non sa indicare dove sarebbe la sua tomba. Indicazione necessaria a Viscardi per avere la certezza della sua fine, riesumando i resti di Manolo per confrontare il dna con il fratellastro detenuto a Frosinone.

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