I legali dei familiari del magistrato ucciso nel 1992 hanno chiesto la citazione come responsabili civili. Ma, sottolineano, "non c'è alcuna ostilità nei confronti del governo"
La famiglia di Paolo Borsellino, ucciso insieme agli agenti di scorta nella strage del 19 luglio 1992, ha sollecitato la citazione, come responsabile civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Interno. La richiesta dei figli del magistrato, Fiammetta, Lucia e Manfredi, è avvenuta attraverso il loro legale, l'avvocato Fabio Trizzino, nel corso della prima udienza preliminare tenutasi l'11 luglio a Caltanissetta, a carico dei quattro agenti accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D'Amelio. La stessa richiesta è stata avanzata dal fratello del magistrato, Salvatore.
Imputati nel processo sono Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, tutti ex appartenenti al gruppo di indagine "Falcone-Borsellino", accusati di aver dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo di primo grado sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio. Nel corso dell'udienza preliminare, sono state depositate le richieste di costituzione di parte civile e i legali dei familiari del magistrato ucciso hanno chiesto la citazione, come responsabili civili, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno.
"Noi siamo sempre presenti in ogni sede dove si possa ristabilire la verità - hanno spiegato gli avvocati Fabio Trizzino e Vincenzo Greco, legali dei figli di Paolo Borsellino - sempre fedeli all'eredità morale del giudice Paolo Borsellino. Abbiamo massima fiducia nei confronti delle istituzioni e della magistratura in particolare. Questo processo è un'appendice del processo principale che si è concluso che fa parte di una cornice all'interno della quale sembra esserci il coinvolgimento di vari livelli istituzionali".
L'avvocato dello Stato Giuseppe La Spina si è costituito parte civile per la Presidenza del Consiglio dei ministri e per il ministero della Giustizia, quale danneggiato dal reato, e per il ministero dell'Interno come parte offesa. Il legale di Maniscaldi, l'avvocato Giuseppe Panepinto, ha chiesto un termine per esaminare le richieste di costituzione di parte civile. Il gup David Salvucci si è riservato di decidere fissando la prossima udienza per il 19 settembre.
"Non c'è nessuna ostilità nei confronti del governo. Si tratta di un atto dovuto, a cui non bisogna dare assolutamente alcuna enfasi né valenza politica". Così, l'avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice Paolo Borsellino, commenta la richiesta di citazione, come responsabile civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Interno. "Non c'è alcuna ostilità' - ribadisce il legale -. Ma un atto propedeutico a una eventuale azione risarcitoria nei confronti di chi in quel momento era responsabile istituzionale". Quindi Trizzino, ricordando la sua lunga audizione in sede di Commissione Antimafia a ottobre, ha sottolineato: "Se c'è un Governo che ha dato una mano a far luce su certi altarini, questo è stato l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Prova ne è la nostra audizione in Commissione Antimafia, cosa mai avvenuta con gli altri governi precedenti".