Il giovane aveva raccolto un oggetto metallico nei pressi del binario. È stato rilasciato senza conseguenze, non prima di un durissimo rimprovero da parte degli agenti
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Ha raccolto un reperto metallico alla base dei binari fuori dal campo di sterminio di Birkenau per portarselo a casa come ricordo. Ma è stato scoperto e fermato dalla polizia polacca. Infine è stato "graziato" e rilasciato senza essere denunciato, non prima di aver ricevuto una furiosa ramanzina. Una bravata che poteva costare cara a uno studente di 18 anni, come racconta la stampa locale reggiana.
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Il ragazzo in questi giorni si trova in Polonia con la sua scuola, il Gobetti di Scandiano, nel Reggiano, per il "Viaggio della Memoria" organizzato come ogni anno per la provincia reggiana, da Istoreco, l'istituto per la storia e per la resistenza di Reggio Emilia in collaborazione con le scuole del territorio. Quella mattina, la scolaresca aveva appena iniziato la visita al lager di Birkenau quando il ragazzo, ai piedi della cosiddetta judenrampe - dove i prigionieri deportati ebrei venivano fatti scendere dai treni - dove oggi giace ancora un simbolico vagone, ha raccolto un oggetto metallico e se lo è messo in tasca. Al pomeriggio poi il gruppo di alunni si è spostato nell'adiacente museo-campo di Auschwitz. E qui, ai controlli, il metal detector è suonato al passaggio dello studente. Subito perquisito dagli addetti alla sicurezza, è emerso l'oggetto. Come da prassi però è stata chiamata la polizia.
Il ragazzo si è giustificando dicendo che pensava non fosse importante e di non aver visto divieti, ma ha subito chiesto scusa e ha accompagnato gli agenti sul luogo dove aveva prelevato l'oggetto riponendolo immediatamente, con lui un'insegnante e una delle guide del campo che ha fatto da interprete. Le forze dell'ordine, compresa la sua buonafede e l’ingenuità di quanto commesso, lo hanno rilasciato senza denunciarlo non prima di averlo duramente rimproverato. Il giovane però, secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, non è potuto entrare nel campo di Auschwitz e ha dovuto aspettare la fine del tour prima di riunirsi ai compagni. "In albergo – racconta chi era presente – era affranto, ma dopo una bella ‘lavata di capo’, ha capito l’errore".
Non è la prima volta che accadono episodi simili ad Auschwitz-Birkenau. Nel 2013, un uomo era stato fermato all'aeroporto di Cracovia, sorpreso ai controlli con un pezzo di filo spinato che venne sequestrato dai poliziotti. "Volevo un ricordo del luogo dove morì mio padre", disse. Lui fu rilasciato perché prelevò l'oggetto in un luogo non protetto dal museo e non costituiva dunque reato. Stesso epilogo capitò l'anno successivo a un francese. Diversamente andò per un americano che tentò di portare via un pezzo di binario, fu arrestato e condannato al carcere.