L'autorità per la protezione dei dati personali: "Si rischiano multe e anche conseguenze penali"
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Da quando si è diffusa la notizia dell'esistenza di un video dello stupro di Palermo, sui social è scattata la caccia alle immagini. Nelle ultime ore sono stati diffusi anche appelli con offerte economiche per trovarlo. Il Garante della privacy ha però messo in guardia sulle conseguenze, anche di natura penale, della diffusione e condivisione dei dati personali della vittima della violenza e dell'eventuale video realizzato durante lo stupro.
Con due provvedimenti d'urgenza, il Garante della privacy ha rivolto un avvertimento a Telegram e alla generalità degli utenti della piattaforma affinché venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla.
Il Garante privacy ha spiegato che la diffusione di dati idonei a identificare la 19enne vittima dello stupro, anche indirettamente, è in contrasto con le esigenze di tutela della dignità della ragazza. Ha, quindi ricordato che la diffusione e condivisione del video e dei suoi dati costituiscono una violazione della normativa sulla privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio. Non si tratta solo di multe: si potrebbe incorrere anche nei risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali, come previsto dall'articolo 734 bis del codice penale.