Emergono dettagli inquietanti: la donna racconta di essere stata costretta dai due tunisini a dargli del cibo dopo la violenza e il ragazzo di aver ricevuto minacce con un coltello insanguinato
© ansa
Rapina, stupro, minacce di morte, spavalderia: c'è tutto il peggio che ci si può aspettare da questa storia di violenza che arriva da Roma. A farlo emergere sono i dettagli, inquietanti, raccontati dalle vittime: mamma e figlio, entrambi abusati da due ragazzi tunisini (minorenni). "Dopo che mi hanno violentata hanno voluto mangiare - racconta la donna, 50enne, agli agenti - gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto". È in lacrime quando ricostruisce l'orrore che ha vissuto nella notte tra sabato e domenica. E il figlio rincara la dose: "Vedi questo coltello - così è stato minacciato - è sporco di sangue perché lo abbiamo usato per uccidere un poliziotto questa sera, non abbiamo paura di ammazzare anche te".
La frase, riportata da Il Messaggero, sarebbe stata catturata anche da un video, girato dai due con il cellulare, e diffuso a qualche amico. Così il ragazzo viene costretto a spogliarsi e a dare ai due tutto quello che possiede mentre viene violentato da entrambi. Ma non finisce qui: aveva troppi pochi soldi e allora lo costringono a portarli a casa sua, dove si consuma la tragedia nella tragedia.
"Gli ho dato 250 euro in contanti - racconta la mamma in lacrime a la Repubblica - cercavano un Rolex, ma ce l'aveva mio marito che era a Milano". Eravamo in salone - ricostruisce la donna - a un certo punto uno di loro due mi ha detto: "Vieni con me, ti devo dire una cosa segreta, in privato". E si consuma lo stupro: "Quel ragazzo mi ha puntato il coltello ( del quale si sono poi disfatti durante la fuga e che non è stato ancora ritrovato), mi ha preso la mano, ha iniziato a strusciarsi. Io ho provato più volte ad allontanarmi, a un certo punto non ce l'ho fatta più".
A questo punto, dopo aver commesso la seconda rapina e lo stupro, ci si aspetterebbe che i due scappino, invece non succede. "Hanno voluto mangiare - ripete - gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto". Dopo la rapina si sono fatti accompagnare a casa dal figlio, sempre minacciato dal coltello. La donna a quel punto chiama il 112 e poi il marito, che in contatto con la polizia, da Milano, inizia a seguire gli spostamenti della minicar attraverso il Gps del telefono del figlio che gli consente di rintracciarli.