A Tgcom24 parla l'ex presidente della Regione Lombardia, assolto a Cremona per un presunto giro di tangenti nella sanità: "A preoccuparmi era l'imponenza dell’accusa che era stata montata contro di me"
“Ho apprezzato l’obiettività del pm e l’indipendenza del tribunale, perché non dimentichiamo che l’enorme impianto accusatorio che era stato montato contro di me veniva dalla procura di Milano. Io sapevo di essere innocente, quindi dentro di me sono sempre stato sereno. A preoccuparmi era l’imponenza dell’accusa che era stata montata contro di me. Invece la vicenda si è conclusa, un piccolo tribunale di provincia ha dimostrato in pieno di voler esaminare i fatti, di guardarci dentro e ha visto che sono totalmente innocente”. Così a Tgcom24 l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta la sua assoluzione a Cremona per un presunto giro di tangenti nella sanità.
Formigoni è dal luglio dell'anno scorso in detenzione domiciliare per scontare la condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per il caso Maugeri/San Raffaele. "Ho alle spalle questa condanna, quello che è curioso è che mi è stata inflitta su un processo fotocopia rispetto a quello per il quale ho ricevuto l’assoluzione. I due processi erano identici, erano uno la continuazione dell’altro", dichiara l'ex presidente della Regione Lombardia.
"Anche in questo caso - aggiunge - ho sempre proclamato la mia innocenza; anche perché un presidente di Regione da solo non può fare nulla, ha bisogno della firma di tanti funzionari, del voto pubblico per lo meno dei suoi assessori. Invece, nel mio caso, tutti i funzionari sono stati assolti - giustamente, per non aver commesso nulla - gli assessori che hanno votato le delibere insieme a me non sono stati neanche tirati in causa, giusto anche questo. Eppure, l’unico condannato sono io, non si capisce perché, non si capisce da solo cosa potrei aver fatto".
"Comunque - conclude - da uomo delle istituzioni ho accettato questa sentenza, mi sono conformato a essa, sono anche andato in carcere per 5 mesi per via di una legge retroattiva voluta dai Cinque Stelle e dalla Lega, che dopo alcuni mesi la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale. Poi ho raggiunto i domiciliari, nei quali attualmente mi trovo".