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Taser, Salvini: ipotesi anche per polizia locale | Amnesty: diversi morti a causa dell'arma

Al via la sperimentazione in 12 città. Ma non si fermano le polemiche sull'uso della pistola elettrica

05 Set 2018 - 22:33
 © ansa

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Al via l'utilizzo del Taser, la pistola a impulsi elettrici, in dotazione, almeno in una fase iniziale, alle forze dell'ordine di 12 città italiane. Matteo Salvini, ministro dell'Interno, ha annunciato che, date le richieste per estendere la sperimentazione, è allo studio una legge per dare la possibilità di utilizzare l'arma anche alla polizia locale. Ma Amnesty lancia l'allarme: "L'uso delle pistole ha avuto, in diversi casi, conseguenze mortali".

"Lavoreremo per poter usare il Taser anche sui treni, e nel pacchetto sicurezza inseriremo una norma per renderlo fruibile agli agenti della polizia locale", ha commentato Salvini, spiegando che si confronterà "con il Guardasigilli per verificare la possibilità di offrire l'arma anche alla polizia penitenziaria come richiesto da alcuni sindacati".

Amnesty scrive a capo polizia, Gabrielli: preoccupati su Taser - Amnesty International ha scritto al capo della polizia, Franco Gabrielli, esprimendo preoccupazione riguardo all'avvio della sperimentazione delle pistole elettriche in 12 città. "Pur riconoscendo che il Taser sia un'arma utile, più sicura di molte altre armi o tecniche utilizzate per bloccare individui pericolosi e aggressivi - si legge in una nota -, in non pochi casi nei Paesi in cui è già in uso risulta impiegata nei confronti di persone vulnerabili o che non rappresentano una minaccia seria e immediata per la vita o per la sicurezza degli altri".

"Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l'uso delle pistole Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti - aggiunge Amnesty -, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa".

Proprio alla luce di questi dati, il direttore generale Gianni Ruffini ha chiesto a Gabrielli se, prima di mettere a disposizione delle forze di polizia le Taser, "sia stato effettuato uno studio sui rischi per la salute e garantita una formazione specifica e approfondita per gli operatori che ne verranno dotati, in linea con gli standard internazionali e in particolare con i Principi guida delle Nazioni Unite sull'uso delle armi da fuoco da parte degli agenti di polizia".

Una maggiore trasparenza sulle modalità di utilizzo, su limiti e precauzioni e sulla formazione ricevuta dagli agenti di polizia garantirebbe, secondo Rufini, un maggior livello di fiducia nell'utilizzo di tali strumenti anche da parte dei cittadini stessi. "La conseguenza più grave che vediamo nel lungo termine - conclude Ruffini - è che le Taser vengano usate come arma di routine per far rispettare la legge in assenza di una minaccia di lesioni gravi o morte, dunque in modo non conforme agli standard internazionali sui diritti umani".

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