Dietro alla chiusura dell'emittente ci sarebbero le "continue querele"
Telejato, l'emittente televisiva siciliana di proprietà di Pino Maniaci, giornalista noto per le sue battaglie contro la mafia, chiude i battenti a causa delle numerose denunce ricevute. "Ci stiamo guardando negli occhi, la redazione o quel che ne resta, e abbiamo deciso che così non si può andare avanti. Meglio vendere tutto, meglio chiudere", si legge sull'articolo pubblicato sul sito della tv.
Nel saluto rivolto agli ascoltatori, la redazione di Telejato ha spiegato dettagliatamente i motivi della drastica decisione: "Continuano a piovere querele, questa volta non da comuni cittadini o dalla Bertolino, ma da alti magistrati, da funzionari e elementi di spicco che si occupano di gestione dell'ordine pubblico, persino da amministratori giudiziari e da giornalisti che non sopportano le nostre reazioni alle loro provocazioni e alle "minchiate" che scrivono", denunciano i giornalisti. "Il tutto nell'ambito di un impressionante attacco all'antimafia, nel tentativo di cancellarne l'esistenza".
Già nel 2012 l'emittente di Pino Maniaci aveva parlato di chiusura, ma per motivi decisamente diversi. Si trattava infatti di problemi economici legati alla mancanza di finanziamenti, arrivati poi grazie all'intervento e all'interesse di diversi esponenti del giornalismo e della politica. Nell'aprile del 2016, poi, la tv siciliana si era oscurata dopo che il suo direttore era stato indagato per estorsione. Per la procura di Palermo, infatti, Pino Maniaci avrebbe chiesto denaro ai sindaci di Borgetto e Partinico, i piccoli comuni da dove viene trasmessa Telejato, in cambio di una posizione favorevole del suo telegiornale nei loro confronti.
Questa volta, però, stando a quanto precisano gli stessi giornalisti sulla lettera di saluto, la decisione di chiudere i battenti e mettere in vendita la tv non ha nulla a che fare con le vicende giudiziarie di Pino Maniaci. "Ci querelano persino i mafiosi, anzi i presunti mafiosi, i quali, pur essendo stato loro confiscato il patrimonio per mafia, ci accusano di diffamazione perché non esiste una sentenza che li dichiari mafiosi.Così piovono avvisi e denunce sul responsabile della testata, sul suo direttore, sui suoi redattori". Tutto questo, spiega Telejato, "significa andare a cercarsi i legali, andare a sottoporsi agli interrogatori della polizia giudiziaria postale, perdere tempo e salire le scale dei tribunali".
"Ebbene - concludono redattori e direttore di Telejato - andando avanti chiudiamo noi. Abbiamo creduto che qualcosa potesse cambiare attraverso questa voce libera. Ma invece non cambia e non cambierà nulla perché questa terra, per dirla con Sciascia, è irredimibile. Chi ci ama ci scusi. È stato bello".