Il provvedimento riguarda un 39enne macedone residente in provincia di Treviso, padre del ragazzo che a scuola inneggiò all'Isis
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"Ho firmato la prima espulsione del 2016 e la 67esima dal 2015". Lo comunica il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, riferendo sul provvedimento preso "per motivi di prevenzione di terrorismo". Il provvedimento riguarda un cittadino macedone di 39 anni, padre del ragazzo che aveva manifestato approvazione per gli attentati terroristici di Parigi mentre era in classe: "Hanno fatto bene, adesso andiamo a Roma e ammazziamo il Papa. Viva l'Isis".
L'uomo era inserito in rete islamista - L'espulso, Ljimani Redjep, era residente a San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso. L'uomo, impiegato in una ditta di imballaggi, è risultato inserito dal 2014 in un circuito relazionale costituito da soggetti di origine balcanica accomunati da un credo radicale islamista. Il gruppo abbracciava posizioni oltranzistiche e ideologie di stampo wahabita, caratterizzate dalla assoluta chiusura agli usi e ai costumi occidentali.
Alfano: "E' un lavoro senza sosta" - La lotta al terrorismo "è un lavoro - ha sottolineato Alfano - che non conosce battute di arresto e che si basa su indagini capillari del sistema di sicurezza e prevenzione, grazie al quale è possibile intercettare adesioni, in atto o potenziali, a forme di terrorismo internazionale".
"Facciamo rispettare le nostre leggi" - "Noi siamo un Paese che conosce i principi dell'accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni - ha aggiunto il ministro - ma siamo anche un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra persino ostile alle nostre tradizioni, lo espelliamo". "Questa è la nostra linea", ha concluso.