Uno di loro avrebbe combattuto in Siria nel 2013. Il provvedimento è stato firmato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti
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Due cittadini marocchini e uno tunisino sono stati espulsi dall'Italia per motivi di sicurezza dello Stato. Erano in contatto con i foreign fighter dell'Isis che stanno ancora combattendo in Siria: uno di loro avrebbe inoltre militato nell'esercito dello Stato islamico nel 2013. Salgono così a 96 le espulsioni eseguite nel corso del 2017 con accompagnamento nel proprio Paese, e a 228 quelle eseguite dal 1° gennaio 2015 a oggi.
Il provvedimento di espulsione è stato firmato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti. Il cittadino tunisino, di 31 anni, è stato più volte arrestato per reati legati al traffico di stupefacenti. Il 23 agosto era stato rintracciato a Perugia dopo un periodo trascorso in patria. In quella circostanza, l'analisi dei contenuti memorizzati nel suo cellulare ha consentito di rilevare la presenza di un file audio contenente la predica di un religioso egiziano che, tra l'altro, incitava alla jihad armato contro gli ebrei e l'Occidente.
Uno dei due marocchini, di 25 anni, era finito nel mirino della polizia perché aveva intrattenuto contatti su Facebook con alcuni foreign fighter suoi connazionali attivi nella stessa unità Isis in cui combatte l'estremista "milanese" Monsef El Mkhayar. Dai contenuti immessi sui social è inoltre emersa la sua vicinanza alla causa jihadista.
Anche l'altro marocchino espulso, di 26 anni, aveva legami con i combattenti jihadisti presenti in Siria. Lo straniero era stato rintracciato a settembre a Bolzano e trattenuto presso il Centro per rimpatri di Torino.