Alessandro Castellaccio era morto sei giorni dopo l'aggressione. Due rumeni sono accusati di omicidio volontario in concorso
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Era stato pestato, a Tivoli, davanti a un bar del centro storico, per aver chiesto a un gruppo di persone di abbassare il volume della musica. Alessandro Castellaccio era poi deceduto in ospedale, sei giorni dopo, a causa di un'emorragia cerebrale. A dieci giorni dall'aggressione, la mattina del 28 giugno il gip di Tivoli ha emesso l'ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere a carico di due cittadini rumeni. I presunti aggressori sono indagati per il reato di omicidio volontario in concorso. La misura cautelare, eseguita dalla Compagnia dei Carabinieri di Tivoli, è scaturita da un'indagine condotta sotto la direzione della Procura di Tivoli.
Alessandro Castellaccio, operatore socio-sanitario di 40 anni, era stato trovato ferito nel pomeriggio del 18 giugno scorso, con gravi lesioni soprattutto alla testa. Insieme a lui, i carabinieri, intervenuti prontamente sul posto, avevano trovato un altro ferito: un cittadino rumeno di 42 anni. I militari avevano identificato i due uomini, dando notizia all'Autorità giudiziaria. Castellaccio era stato subito portato nell'Ospedale Evangelista di Tivoli. Era stato poi trasferito nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I di Roma: in coma farmacologico per un'emorragia cerebrale, l'uomo sarebbe morto sei giorni dopo il pestaggio. Il 42enne rumeno era stato ricoverato all'ospedale di Tivoli.
A quel punto erano partite le indagini: i fatti sono stati ricostruiti tramite l'incastro di testimonianze dei passanti, immagini registrate dalle telecamere presenti sul posto e perquisizioni domiciliari. A quanto è emerso già nelle prime ore, Castellaccio avrebbe chiesto di abbassare il volume della musica a una comitiva di cittadini rumeni, che nel pomeriggio del 18 giugno si trovavano a bere birra in via Domenico Giuliani, vicino a un bar del centro storico di Tivoli. La richiesta avrebbe provocato la reazione verbale del 42enne, un operaio incensurato originario della Romania. La discussione sarebbe presto degenerata, sfociando in una violenta scarica di calci e pugni, con l'intervento di altri due uomini all'incirca coetanei. L'aggressione sarebbe proseguita anche mentre la vittima era a terra priva di sensi: a detta di un testimone, Castellaccio sarebbe stato colpito ripetutamente al viso da un soggetto "come se tirasse un calcio a un pallone". Alcuni dei presenti avrebbero cercato di frapporsi fra la vittima e gli aggressori, senza riuscire a fermare il pestaggio.
In seguito a una persecuzione domiciliare, presso i due indagati sono stati rinvenuti e sequestrati capi di abbigliamento corrispondenti a quelli che indossavano gli aggressori, secondo la descrizione fornita dai testimoni. Nella disponibilità di uno dei due è stato inoltre trovato un paio di scarpe sporche di sangue nella parte superiore: le stesse scarpe che l'uomo indossava la sera dei fatti, a detta del suo convivente.
Omicidio volontario in concorso: è questo il reato di cui sono accusati i due presunti aggressori. La violenza e la reiterazione dei colpi, la prosecuzione del pestaggio anche quando la vittima era a terra priva di sensi, i colpi sferrati alle persone che avevano tentato di difendere l'uomo, la fuga tentata dai due indagati: più di un elemento fa pensare a una volontà omicida in capo a entrambi gli aggressori.