accusati di omicidio colposo e sfruttamento

Torino, autista si suicida per lo stress causato dal lavoro: indagati titolare e gestore dei turni

La famiglia dell'uomo ha presentato un esposto in procura sostenendo che il loro familiare era stressato dagli orari, che arrivavano alle 50 ore alla settimana, e dalla mancanza dei riposi

27 Set 2024 - 18:30
 © Ansa

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Si sarebbe tolto la vita per il troppo stress causato dal lavoro. Questa è l'ipotesi della procura di Torino che ha indagato sul suicidio di un autista di camion di un'azienda di logistica, che si uccise lo scorso anno gettandosi da una finestra. Il pm Vincenzo Pacileo ha iscritto nel registro degli indagati l'amministratore della società, che ha la sede fuori città, e il responsabile dell'ufficio torinese della ditta che gestiva i turni dei dipendenti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo, come conseguenza della violazione delle norme su salute e sicurezza nel luogo di lavoro, e sfruttamento lavorativo.

L'inchiesta era partita quando i familiari dell'uomo, 59 anni e a un passo dalla pensione, avevano presentato un esposto, poche settimane dopo che l'autista si era gettato dalla finestra di casa. Nella denuncia veniva evidenziavano il presunto collegamento tra il gesto estremo del familiare e le condizioni di stress lavorativo a cui sarebbe stato sottoposto per mesi.

Orari di lavoro che sarebbero arrivati fino alle 50 ore settimanali, senza riposi e con richieste sempre più incalzanti. Giorni e giorni, su e giù per l'Italia, alla guida di un camion, dal quale chiamava, nei momenti di sosta, per sfogarsi con i suoi parenti: "Io così non riesco più ad andare avanti. Non ce la faccio più", era il tenore delle sue parole, dove non solo non nascondeva il suo stato d'animo e lo stress, ma incolpava l'azienda di togliergli il respiro.

Aveva provato a rivendicare i propri diritti. Ma quando aveva deciso di lamentarsi di quelle condizioni lavorative diventate per lui un calvario, era stato preso a schiaffi davanti ai colleghi. Lo aveva raccontato e la vicenda era stata confermata. Un'ulteriore umiliazione per l'autotrasportatore. Una situazione divenuta ormai insostenibile, che lo ha spinto, secondo gli inquirenti, ad aprire quella finestra e lanciarsi nel vuoto.

Che a monte di quella drammatica decisione ci sia stato lo stress da lavoro non lo dicono solo i parenti. Infatti, a sostegno della tesi della Procura torinese, c'è anche una consulenza psicologica del medico legale, chiesta dal pm Vincenzo Pacileo.

Per quanto riguarda le indagini, affidate alla polizia stradale, all'Ispettorato del Lavoro e allo Spresal dell'Asl To3, è emerso che in passato la ditta era già stata sanzionata amministrativamente per la violazione delle norme che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori.

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