Paola, 46 anni, mamma di due bambine di cui una disabile, adesso chiede giustizia. Indagato l'ortopedico che l'ha operata
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E' entrata in sala operatoria, all'ospedale di Rivoli, per un intervento di routine al tunnel carpale, ne è uscita con fortissimi dolori e, dopo mesi di sofferenze, è stata costretta a farsi amputare il braccio destro. Oggi Paola Moise, torinese di 46 anni madre di due figlie di 12 e 15 anni, vuole giustizia e a Tgcom24 dice: "Il braccio non me lo ridà più nessuno, ma chi ha sbagliato deve pagare".
L'ortopedico dell'ospedale di Rivoli che ha operato la donna è finito sotto indagine. E lei, che ha una figlia disabile, adesso chiede giustizia. "Doveva essere un intervento banale", racconta amareggiata. E ricorda che subito dopo l'operazione si è resa conto che qualcosa non andava. Aveva dolori fortissimi, ma pensava fosse normale. Quando è tornata in ospedale per i controlli, il medico che l'aveva operata e che stava continuando a seguirla le ha prescritto un antidolorifico.
"Il dottore mi ha sempre tranquillizzata, mi diceva che era un'infezione che si poteva curare". Ora l'ortopedico della donna è indagato dalla procura di Torino. Perché quella della 46enne non era solo una banale infezione, ma una fascite necrotizzante, una patologia che può essere letale e sulla quale bisogna intervenire chirurgicamente in modo tempestivo. L'ultima volta che la donna è entrata in ospedale con entrambe le braccia aveva la febbre altissima e non si reggeva in piedi. L'ha visitata un altro ortopedico che ha subito capito la gravità della situazione. "Quando mi hanno comunicato che il braccio andava amputato mi sono messa a piangere e a urlare". Così, dice, sono precipitata in "un incubo. Adesso c'è tanta rabbia, già era difficile prima, adesso è ancora più dura. Voglio che almeno sia fatta giustizia".