Il sermone in arabo e in italiano di Brahim Baya si sarebbe dovuto ripetere nell'aula magna del Politecnico
Ha creato forti polemiche il caso del sermone, sia in arabo sia in italiano, che si è trasformato in un esplicito invito "a lottare contro lo stato ebraico", venerdì scorso nei corridoi del Palazzo Nuovo di Torino, sede dell'ateneo ora occupato. Protagonista l'imam Brahim Baya, immortalato in un video pubblicato su YouTube con il titolo: "Cosa ci insegna la Palestina?". A chiedere che Baya oltre che da imam facesse da "Khatib", cioè l'oratore che rivolge una breve discorso prima dell'orazione, sono stati gli studenti musulmani. La preghiera è poi saltata per effetto della diffida da parte del questore.
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E così la preghiera islamica programmata per il primo pomeriggio nell'aula magna del Politecnico di Torino, in questi giorni occupata dagli studenti pro Palestina, è stata annullata a causa della diffida della Questura di
Torino. Lo ha spiegato lo stesso Brahim Baya: "Sono stato convocato dal capo gabinetto della questura che mi ha consegnato una diffida a svolgere questa manifestazione, individuandomi come organizzatore. Ci ho tenuto a ripetere, ed è per questo che non ho firmato la diffida, io sono solo stato chiamato a officiare un'orazione, come può essere chiamato chiunque. Il problema è l'islamofobia di questo Paese", ha detto.
Nel filmato del sermone già effettuato, invece, si vede l'androne di Palazzo Nuovo trasformato in una moschea, con studenti seduti in preghiera su tappeti stesi a terra ad ascoltare le parole dell'imam. Dopo la diffusione del video sui social è arrivato l'intervento del ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ha contattato telefonicamente il rettore Geuna, il quale ha precisato che "il fatto è avvenuto in una situazione di occupazione da parte degli studenti, i quali impediscono da giorni l'accesso a docenti e personale universitario", considerando l'accaduto "sotto la piena responsabilità degli occupanti". Entrambi hanno "condiviso un sentimento di piena condanna riguardo l'accaduto" e hanno "immediatamente provveduto a inviare richiesta al Prefetto e al Questore di Torino di diffida dallo svolgere funzioni e attività presso le sedi dell'Ateneo nei confronti delle autorità religiose eventualmente coinvolte".
Il momento di preghiera dell'Imam Brahim Baya è stato voluto degli studenti musulmani in accordo con le rappresentanze dei loro colleghi occupanti nell'ambito dell'Intifada studentesca, ribadiscono fonti qualificate. Il discorso si è aperto con un ringraziamento a loro che stanno portando avanti la protesta Pro Palestina. Inoltre ha parlato della resistenza del popolo palestinese e sono state ricordate le parole del profeta Muhammad, in cui si afferma di non accettare mai l'ingiustizia e il male, rifiutandolo sempre con il cuore, la parola e con le mani. Ma questo riferimento sarebbe stato fatto dall’imam intendendo a livello politico e non alla violenza fisica. Il popolo palestinese, ha sottolineato inoltre Baya "ha resistito di fronte a questa furia omicida, questa furia genocida, uscita dalle peggiori barbarie della storia che non tiene in considerazione nessuna umanità, nessun diritto umano".